La busta che blocca lo smartphone e salva la privacy e, soprattutto, dà una mano ad uscire dalla dipendenza da telefonino. L’idea è di un giovane americano di Portland, che ha pensato di inventare questo sistema ad un primo sguardo inutile e che invece ha letteralmente spopolato negli Usa. L’inventore si chiama Graham Dugoni, ha solo 30 anni e con il suo Yondr si è fatto conoscere da milioni di persone.

Un sacchetto che salva la libertà e non solo

Yondr è un sacchetto in neoprene in cui va inserito il telefonino, peccato che, una volta messo lì, il sacchetto non si apra più, o meglio il proprietario non può più aprirlo.

L’oggetto geniale viene utilizzato durante i concerti e già molte star americane della musica hanno accolto con trepidazione l’idea. Lo scopo, in questo senso, è evitare che gli spettatori del concerto passino tutto il tempo con le braccia al cielo e il telefono in mano per fare foto e video al cantante, una pratica molto fastidiosa per tutti quelli che vanno ad un concerto e vedono solo mani e luci, ancor più per le rockstar, che dal palco vedono annullare la comunicazione con il pubblico.

Il funzionamento di Yondr è semplice. Chi arriva al concerto dovrà inserire lo smartphone dentro il sacchetto, una volta chiuso sarà impossibile aprirlo da soli, solo all’uscita del concerto, gli addetti potranno procedere allo sblocco del sacchetto.

Oltre che per i concerti, il sacchetto porta smartphone può rivelarsi utile per teatri, ristoranti, scuole, feste. Tutti luoghi dove la privacy è costantemente messa a rischio dalle continue foto e video. Basti pensare ai party dove ignari individui vengono fotografati a loro insaputa in atteggiamenti privati o a quei bambini che al ristorante infastidiscono con lo smartphone sempre acceso e connesso.

Per Graham Dugoni, l’invenzione è stata davvero un bel colpo di fortuna. L’idea gli è venuta 5 anni fa dopo aver visto l’immagine di un ragazzo ubriaco ad un festival in un video condiviso. Probabilmente, quel ragazzo non avrebbe mai voluto essere ripreso.

Non a tutti piace

E se per tanti l’idea è geniale, per i dipendenti da smartphone che si sono visti blindare il cellulare, Yondr non è molto gradito, ma il 30enne che l’ha inventato pensa, invece, che proprio blindando il telefono in certe situazioni sia possibile riappropriarsi della propria libertà. Insomma, oltre a proteggere la privacy, può diventare uno strumento utile per disintossicarsi dall’eccessivo uso dello smartphone, quella necessità malata di dover essere sempre connessi.