Dall'Occidente all'Oriente: una nuova agenzia spaziale cinese punta a sfidare i colossi americani SpaceX e Blue Origin, riprendendo la sfida del secolo scorso. Il 6 febbraio si è assistito al lancio del razzo "Falcon Heavy", sviluppato dalla società privata SpaceX, di proprietà di Elon Musk, e la Cina, in accordo con il suo programma spaziale, non ha tardato a rispondere all'Occidente lanciando, a sua volta, un razzo non governativo.

​Il 15 maggio, di buon'ora, subito dopo il conto alla rovescia, è partito, da una base ignota, il "Chongqing Lingjiang Star", il nuovo razzo della serie OS-X, di proprietà della OneSpace Technology​, una delle tante agenzie aerospaziali orientali che competono con i rivali americani SpaceX e Blue Origin.

Dunque, sembra essere ripartita la corsa allo spazio che, nel secolo scorso, ha visto come principali protagonisti Stati Uniti e Unione Sovietica. Stavolta, però, nell'era delle multinazionali, si tratta di agenzie private ​che competono per una fetta del settore aerospaziale che, stando alle ultime stime, dovrebbe avere un valore di circa 340 miliardi di dollari.

Il razzo

Il razzo è alto 9 metri e, oltre a montare tecnologie all'avanguardia ​e ad essere definito come quello "dotato di capacità di controllo migliori" (come riportato dalla stessa OneSpace), utilizza una sorta di "risparmio energetico​" dei sistemi di bordo, che permette un alleggerimento del mezzo e, dunque, il ricorso ad una quantità minore di carburante di circa il 30%.

Inoltre, a differenza di molti altri razzi, utilizza un innovativo propellente allo stato solido ​per alimentare i motori, molto più competitivo di quello liquido.

L'introduzione del nuovo carburante non ha avuto alcun effetto negativo sulla potenza, infatti è stato progettato per portare oggetti fino a 100 chilogrammi in orbita, fino ad un'altezza di 800 km, un'altitudine ben superiore a quella della stazione spaziale internazionale (ISS) che orbita a "soli" 400 km di altezza dalla Terra.

Sebbene sia stato realizzato per raggiungere tali altitudini, lo scorso 15 maggio il dispositivo si è limitato a toccare i 273 km prima di ricadere al suolo. Il limite di altezza, probabilmente, è stato imposto da fattori economici, avendo già appurato l'efficienza del mezzo alla sua partenza.

Uno sguardo al futuro

Proprio in seguito al risultato positivo del test, la OneSpace ha dichiarato che entro il 2020, sempre in linea con il progetto di far diventare la Cina "una superpotenza del volo nello spazio" (così riferisce il presidente Xi Jinping), ne produrrà altri 20 ​con lo scopo di poter monitorare il raccolto, il meteo e, addirittura, per quanto possibile, prevenire le calamità naturali.

Elon Musk, proprietario della maggior azienda privata aerospaziale, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Eppure l'economia parla per lui: un mercato in espansione dalle enormi opportunità ha visto ufficialmente l'entrata in campo economico di un degno rivale della SpaceX: sia per la versatilità dei suoi razzi, che per l'occasione di ricevere incarichi governativi o internazionali, la OneSpace sembra pronta a dare del filo da torcere all'industria aerospaziale.

Dopo la serie "OS-X" dovrebbe debuttare la serie "M", dedicata interamente al settore dei microsatelliti che probabilmente offrirà, anch'essa, grandi sorprese tecnologiche. Sempre a Pechino, per il 2022, è stata fissata la data per la messa in orbita di una stazione spaziale interamente cinese, che ospiterà tre astronauti per volta, per una durata di 6 mesi. Sembra evidente, dunque, quale sarà il prossimo settore in sviluppo.