Cornerstone OnDemand è un'azienda fondata negli Stati Uniti che si occupa di software e di soluzioni cloud relative alla formazione e gestione delle risorse umane. La società ha comunicato i risultati emersi da una recente indagine svolta a livello europeo, condotta con la cooperazione di IDC, dal titolo "Future Culture: costruire una cultura di innovazione nell'era della trasformazione digitale". La ricerca statistica ha coinvolto 14 Paesi, con circa 1.900 persone intervistate.
Il punto sulla trasformazione digitale
L'analisi è riuscita a comprovare come l'innovazione digitale si trovi in cima alla "bucket list" (lista dei desideri) dei piani strategici delle società operanti nel Bel Paese.
Ad oggi, infatti, solo il 7% delle compagini imprenditoriali italiane dichiara di essere in una situazione di stallo rispetto all'introduzione di un percorso di accrescimento digitale, a fronte del 9% dello scorso anno. Ciò dimostra come, stando ai risultati dell'indagine, l'Italia stia progressivamente colmando il divario rispetto agli altri paesi europei. Nonostante ciò, attraverso un'accurata comparazione tra i dati attuali e quelli del 2017, emerge come la "resistenza culturale al cambiamento" rappresenti ancora uno degli ostacoli più difficili da superare per le aziende italiane.
Nel 2018, tra le sfide che le aziende attive sul territorio nazionale sono chiamate ad affrontare sul piano della conversione digitale, c'è quella relativa ai sistemi IT legacy (versioni retrodatate rispetto alle tecnologie correnti), alla mancanza di innovazione interna e alla scarsezza di collaborazioni.
Ad ogni modo, è importante sottolineare come si sia dimezzato il novero delle aziende che dichiara una totale incapacità nello scovare personale valevole, passando dal 26% dello scorso anno al 14% attuale.
L'innovazione è imprescindibile per la sopravvivenza delle imprese
Secondo Federico Francini (Regional Sales Director per Cornerstone OnDemand in Italia) siamo ormai nel pieno dell'epoca della Skill Economy (economia delle competenze), caratterizzata da cambiamenti costanti e dalla stringente necessità di innovazione delle competenze.
Infatti nel settore dell'imprenditoria tutti sono d'accordo nel riconoscere che l'aggiornamento digitale è diventato fondamentale per far sì che le aziende possano continuare ad essere competitive in un panorama mondiale sempre più digitalizzato e in costante trasformazione. Tuttavia, quando si parla di innovazione, spesso si rischia di ritrovarsi di fronte ad un concetto astratto, di difficile collocazione e definizione.
Ad ogni modo, dai risultati dell'indagine "Future Culture" emerge un palese nesso funzionale tra velocità di sviluppo tecnologico e gestione dei talenti.
Stando all'opinione di Francini (riportata da "Intermedia Channel") ciò che trattiene le aziende italiane dal portare avanti il proprio percorso di conversione digitale è la resistenza culturale al cambiamento. Ad esempio, molte ditte operanti sul nostro territorio ricorrono ancora a sistemi di selezione interni, ricusando così il ricorso ad agenzie qualificate e piattaforme di reclutamento digitale, specializzate nell'individuare candidati con competenze consone al ruolo e proposte innovative.
Al fine di conseguire un rinnovamento di portata significativa, il personale dirigente che si occupa della gestione delle risorse umane nelle aziende italiane dovrebbe - secondo il dirigente Francini - attuare strategie di cambiamento a lungo termine che seguano la gestione e la formazione dei talenti in tutto il percorso di crescita dei dipendenti, a partire dalla selezione onboarding, fino ad arrivare alla constatazione dello sviluppo. Solo ricorrendo a questa pianificazione le imprese italiane potranno ottenere un significativo aumento del progresso tecnologico e della produttività stessa.