In un momento così delicato per l'intera comunità mondiale, con metà della popolazione della terra rinchiusa in casa a causa delle limitazioni imposte dai governi nazionali dettate dalla pandemia da Coronavirus, il fenomeno delle fake news rischia di diventare ancora più dannoso del normale.

Una delle ultime bufale riguardo al Covid-19 ha interessato la possibile correlazione tra lo sviluppo del 5G e la propagazione del contagio, un'ipotesi, questa, seccamente smentita nelle ultime ore dal direttore del centro di ricerca Huawei di Segrate (Milano) Renato Lombardi, sicuro di come tra i due fenomeni non vi sia alcuna connessione.

Diffusione del Coronavirus e reti mobili 5G collegati: l'ultima bufala antiscientifica del web

In questi ultimi giorni, nel web e nei social, sta circolando dunque una fantasiosa teoria secondo la quale le nuove reti mobili 5G sarebbero in parte responsabili della diffusione del nuovo Covid-19. Sono due le differenti versioni di questa bufala: secondo la prima, le microonde alla base del 5G renderebbero più deboli le difese immunitarie, facendo sì che il Coronavirus risulti più incisivo e dannoso all'organismo. La seconda sostiene invece che il Coronavirus si diffonderebbe anche attraverso le onde elettromagnetiche.

In uno dei suoi video rimossi da YouTube, un ex dirigente di una compagnia telefonica del Regno Unito ha addirittura sostenuto che i test per il 5G sarebbero di fatto stati messi in piedi proprio con l'intento di diffondere il virus, così da creare la pandemia e da nascondere le morti causate dalla telefonia mobile.

Sulla scia di queste quanto meno fantasiose teorie, in Gran Bretagna sono state incendiate oltre venti torri per la trasmissione 5G. Il fenomeno ha portato il governo britannico a contattare le grandi aziende del web per mettere a freno la diffusione di notizie infondate o comunque prive di solide basi scientifiche.

La verità raccontata da Renato Lombardi sul 5G

L'ultima autorevole voce di disapprovazione è arrivata da Renato Lombardi, direttore del centro di ricerca Huawei di Segrate, che ha smentito e addirittura ribaltato il tutto: stando alle sue dichiarazioni riportate anche da La Stampa, il 4G sarebbe tecnicamente più pericoloso del 5G in termini di salute: 'Non c’è ovviamente alcuna prova di un collegamento fra i due fenomeni (5G e propagazione del contagio, ndr.) - ha dichiarato per l'appunto Lombardi - Anzi, ragionando in termini di salute, il 4G sarebbe tecnicamente più pericoloso, perché il 5G, moltiplicando le celle, permette allo Smartphone di ridurre le emissioni per agganciarsi alla rete".

I vantaggi del 5G soprattutto in questo momento d'isolamento

In una situazione del genere, quella nella quale tutti i cittadini si trovano a casa in quarantena forzata, il traffico dati è notevolmente aumentato: i servizi per i messaggi e per le video chiamate hanno registrato un'esplosione di attività, tanto da avere a che fare con rallentamenti o interruzioni temporanee. Netflix e YouTube hanno dovuto addirittura abbassare la qualità media dello streaming in modo da non intasare ancora di più le reti.

Il 5G avrebbe sopperito a queste mancanze risolvendo del tutto, o almeno parzialmente, una situazione digitale che oggi appare ancora complicata, basti pensare alle difficoltà che si hanno per la didattica a distanza.

Diffusione e progresso, a che punto siamo

Le modalità per l'uso e la diffusione di queste nuove tecnologie sono state già ideate, il problema rimane l'implementazione fisica delle reti 5G sul territorio.

In una situazione come questa in cui è difficile operare all'aperto, le operazioni vengono ad essere rallentate: a ciò si aggiunga la crisi economica che sta evidentemente 'costringendo' parecchie nazioni a concentrare le proprie finanze sulle misure di sostegno al reddito dei cittadini che non possono lavorare con ciò ovviamente non destinando nulla in questo particolarmente momento allo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche. Quel che appare certo è che le nuove tecnologie vengono messe in piedi per migliorare la qualità di vita degli esseri umani, non certo per metterne a rischio la salute.