Quasi 25mila email, documenti e password che apparterebbero alla Fondazione Bill e Melinda Gates, all'Oms e all'Istituto di virologia di Wuhan, sarebbero stati violati e pubblicati in rete da un gruppo di hacker. La notizia è stata rivelata dal Site Intelligence Group, che analizza l'attività online di gruppi estremisti e terroristi, sottolineando che le informazioni oggetto del 'furto virtuale' sono state pubblicate tra domenica e lunedì e quasi subito impiegate per alimentare tentativi di hackeraggio da parte di attivisti riconducibili all'estrema destra.

Stando al racconto della vicenda ripreso in Italia anche da Rai News e Adnkronos, i dati sarebbero stati pubblicati su diversi social network e siti come Twitter, Telegram e 4 Chan. Gli stessi documenti sottratti sarebbero inoltre finiti sul sito di archiviazione 'Pastebin' e condivisi su alcune piattaforme e siti riconducibili, come accennato in apertura, al mondo dell'estrema destra.

Autentiche le mail dell'Oms, la Fondazione Gates sta indagando

Stando al già citato articolo di Rai News, l'esperto australiano di Cybersecurity Robert Potter ha affermato di aver validato l'autenticità degli indirizzi mail dell'Oms. Ad essere oggetto del saccheggio virtuale, tra gli altri, quasi 10mila indirizzi dell'Nih, 5mila della Banca Mondiale e 2700 della stessa Oms.

Meno problematica la situazione legata alla Fondazione Gates che ha sostenuto di non aver rilevato segnali di intromissione nei suoi dati: "Continueremo comunque a monitorare la situazione" fanno sapere i vertici del gruppo.

Il mistero sull'ipotetico attacco hacker e la diffusione della lista da parte dell'estrema destra

La diffusione dei dati sensibili è stata considerata, da alcuni mass media, legata ad un presunto attacco hacker operato ai danni delle organizzazioni menzionate.

Al riguardo ci sono però dei dubbi, il tutto nonostante l'attacco sia stato già rivendicato. A gettare più di un'ombra sulla cosa il sito Motherboard che ha scoperto come diversi degli indirizzi email diffusi facessero parte di dati già noti precedentemente che avevano interessato ulteriori violazioni. Al di là della matrice dell'evento le conseguenze rischiano di essere incalcolabili.

"Gruppi neonazisti e suprematisti bianchi si sono appropriati della lista e l'hanno pubblicata sui loro siti - ha spiegato la direttrice del Site Rita Katz così come riportato da Adnkronos - usando questi dati, gli estremisti di destra stanno esortando ad una campagna di attacchi condividendo le teorie complottiste sull'origine della pandemia in corso. L'obiettivo è usare proprio la pandemia da Covid-19 come un'arma".

La notizia del furto appare dunque sconcertante specie perchè gli indirizzi email diffusi potrebbero essere utilizzati da chi ha interesse a reperire informazioni sulle strategie in via di pianificazione per combattere il Coronavirus o a conoscere lo stato di avanzamento nella scoperta di farmaci e vaccini: a questo sarebbero collegati ulteriori rischi come quello di potersi servire dei dati stessi per creare campagne di disinformazione finalizzate a gettare fango sulle istituzioni coinvolte.