Nato senza troppe aspettative dalla creatività di un giovane architetto ungherese che stava cercando un'idea didattica originale da sottoporre ai propri studenti, negli anni '80 divenne un fenomeno globale e il suo successo ancora oggi non accenna a fermarsi.

È il cubo di Rubik, un rompicapo a sei facce venduto al pubblico per la prima volta nel 1977 in Ungheria e lanciato al grande pubblico appena due anni dopo durante la Fiera dei giocattoli di Norimberga, con il nome di "cubo magico".

Negli anni '80 diviene il simbolo di una generazione

L'idea di Ernő Rubik fu brevettata e trovò successivamente ampio risalto negli Stati Uniti.

Fu allora che il cubo magico prese il nome di Rubik. Da giocattolo monocolore inizialmente prodotto in legno sfruttò il materiale plastico per avvantaggiarsi della produzione di massa, guadagnando l'aspetto che conosciamo oggi.

Negli anni '80 si sono contate più di 100 milioni di vendite, un risultato che trasformò Rubik nel cittadino più ricco dell'Ungheria. Con circa 300 milioni di pezzi acquistati (senza tenere conto delle tante imitazioni) il cubo ideato dall'architetto ungherese è infine divenuto il giocattolo più venduto al mondo.

Successo inarrestabile e consacrazione dei media

Il successo del giocattolo non è stato avvalorato solo dalle impressionanti vendite, ma anche dal suo ingresso all'interno dell'immaginario collettivo mondiale.

Il cubo è infatti stato ripreso in numerose pellicole cinematografiche di successo ed è stato citato da Google, in occasione del suo quarantesimo anniversario, attraverso la creazione di un Doodle in suo onore.

Con le sue sei facce, nella versione standard ognuna composta da nove quadratini colorati, questo oggetto è in grado di creare una sterminata gamma di combinazioni, mentre solo una risulta quella valida per la soluzione. Un'idea in grado di passare indenne i decenni e di confermare ancora oggi la brillante intuizione avuto da Rubik in gioventù.