Su Facebook si sa, circolano milioni di foto, e sovente vengono utilizzate da giornali o come immagini dai Tg quando avvengono casi di cronaca o per qualsivoglia notizie. Eppure non bisognerebbe farlo a cuor leggero, giacché sono pur sempre soggette a privacy e la legislazione a riguardo è molto intricata e cambia da Paese a Paese. In Italia potrebbe fare finalmente chiarezza un provvedimento della nona sezione del Tribunale di Roma, intervenuto nella diatriba relativa ad alcune foto che un giovane fotografo aveva scattato nella sua pagina personale sul Social network in una nota discoteca romana.
Le stesse sono state poi utilizzate a sua insaputa su giornali e programmi televisivi. Cosa ha detto la sentenza?
Le varie violazioni a cui si potrebbe incorrere
Come riporta Il Fatto quotidiano, ogni immagine è coperta - o almeno può essere coperta - dai diritti d'autore acquisiti automaticamente da chi l'ha scattata. Se la stessa ritrae una o più persone, essa contiene per giunta dati personali dei soggetti che vi sono ritratti. Pertanto, se essa ritrae anche delle persone chiaramente riconoscibili, automaticamente scatta la disciplina della privacy anche per essi, poiché l'immagine in questione coinvolge altre persone. Dunque per la sua diffusione occorre il consenso dei soggetti che in essa appaiono.
Anche perché, in casi particolari, la foto potrebbe pure dare informazioni sensibili sulle persone raffigurate, quali il loro stato di salute, l'orientamento religioso, quello sessuale, ecc. Poi c'è da considerare pure il diritto all'immagine delle persone ritratte, disciplinato dal codice.
Il punto cruciale
Cosicché la pubblicazione delle fotografie viene giustificata solo in presenza di necessità di giustizia o di polizia, di scopi scientifici, didattici e culturali, ovvero dal collegamento a fatti, avvenimenti o cerimonie di interesse pubblico.
Quest'ultimo aspetto è fondamentale perché, se è vero che pubblicare una foto su Facebook significa renderla pubblica, è altrettanto vero che pubblicarla altrove (sui mass-media ad esempio) è giustificato solo se essa ha quegli interessi sociali di cui sopra. E questo è l'aspetto fondamentale del provvedimento del Tribunale romano.
Lentamente anche l'utilizzo di Facebook viene pertanto regolamentato, come visto nel caso di pubblicazione di insulti. Tornando alle foto, alla luce di tutto ciò, la raccomandazione è quella di pubblicare foto (specie se ritraggono terze persone involontariamente) e, soprattutto, di prelevarle e di diffonderle altrove con tanta parsimonia. E ciò vale per tutti i Social ovviamente, specie per quelli basati soprattutto sulla pubblicazione di foto, come Instagram.