Con la vittoria del NO e l'uscita in scena del Premier, il patto del Governo con Torino è a repentaglio. Durante la campagna referendaria era stato stabilito che l'Esecutivo avrebbe stanziato 6 miliardi di euro per sanare i danni causati dall'alluvione, i fondi per la cultura e anche quelli destinati al Parco della Salute.

In questa settimana erano previsti i primi 300 milioni per le opere pubbliche e, in tempi brevi, anche 250 milioni per la realizzazione del Parco della Salute, 140 milioni per la ricerca e, infine, 150 milioni per ridestare la cultura, in particolare per la riqualificazione della Cavallerizza Reale, di Stupinigi, del Museo di Scienze Naturali e della Mandria.

Chiamparino e la sindaca Chiara Appendino avevano inviato nei giorni scorsi al sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, un lungo elenco di interventi per la modernizzazione e lo sviluppo del Piemonte. Ma quel documento per ora resta in stand-by.

Al trionfo del NO al referendum costituzionale, la sindaca Appendino ha riferito: "Il Patto per Torino e per il Piemonte rimane valido nelle sue intenzioni", considerato l'impegno di Renzi nel sottoscriverlo. Dopo il risultato del voto e l'annuncio delle dimissioni da parte del Presidente del Consiglio, il timore è che il patto, a firma di Comune, Regione e Governo, venga bloccato, non raggiungendo alcuni importanti obiettivi contenuti in esso.

Sotto la Mole il No ha superato il 53,6%

Anche Torino ha respinto la riforma costituzionale del Premier Renzi. I dati indicano che i contrari sono stati il 53,6% dei votanti, contro il 46,4% dei favorevoli. La sindaca Chiara Appendino, a scrutinio completato, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Ringrazio i torinesi che hanno partecipato al voto in modo così numeroso.

È tempo che la politica colga il segnale che esce dalle urne e torni a dare ai cittadini le risposte che aspettano, mettendo al centro i valori della partecipazione e della condivisione. Ci affidiamo al Presidente della Repubblica perché tracci un percorso che consenta alle istituzioni di tornare a comprendere gli italiani".