Creare le condizioni per accompagnare alcune famiglie di migranti verso una nuova vita, dignitosa e operosa. Seguirle nel processo di integrazione sociale, nella ricerca di una casa e di un lavoro per migliorare le proprie condizioni fuori dalle logiche dello sfruttamento. È l’obiettivo di Incontro al futuro, un comitato spontaneo di persone unite proprio per aiutare alcuni migranti creando sul territorio delle Valli di Lanzo (Torino) le condizioni per una reale assistenza e integrazione.
La presentazione venerdì 18 gennaio
La presentazione del progetto si terrà al teatro Medici del vascello di Fiano (via Roma 51) venerdì 18 gennaio alle 21.00.
Parteciperanno Vanessa Maher, antropologa dell’associazione Alma Terra, Sergio Durando dell’Ufficio Migranti della Diocesi di Torino, Riccardo Gili, coordinatore del comitato, e Lucetta Sanguinetti della Fabbrica della pace. Il progetto coinvolge, attraverso la parrocchia, i Comuni italiani di Cafasse, Fiano, Monasterolo, Robassomero, Vallo e Varisella ed è in partnership con Casa Giorgina e Pastorale Migrantes, l’ufficio Caritas dell’Arcidiocesi di Torino.
Accoglienza di II livello per migranti regolari
«Si tratta di un’accoglienza di II livello – spiegano dal Comitato - cioè fatta a persone che dopo aver passato in Italia il tempo necessario per veder accolta la loro richiesta di asilo e il cui mantenimento è a carico dello Stato, si trovano a rimanere in Italia senza alcuna risorsa o strumento per viverci.
Questa iniziativa, che è già stata attuata con successo da altre parrocchie del torinese, prevede un sostegno di dodici-diciotto mesi per un piccolo nucleo di migranti con l’obiettivo di renderli autosufficienti». Incontro al futuro è ancora in fase preliminare: i fondi, le location e gli strumenti devono ancora essere definiti e l’obiettivo del comitato è coinvolgere tutte le persone che intendono portare soluzioni per l’integrazione, la casa e il lavoro.
Un aiuto dall'intera comunità
Questa iniziativa, fanno sapere dal Comitato, ha almeno due obiettivi. Da una parte aiutare realmente e direttamente persone in oggettiva difficoltà, perché abbandonate a se stesse senza prospettive o altri aiuti. Il secondo motivo è conoscere mondi, culture e anche problemi di cui abbiamo una visione parziale attraverso i mass media.
Inoltre, il Comitato intende creare le condizioni affinché il compito dell'accoglienza non ricada esclusivamente su un'unica struttura, come avviene normalmente oggi, ma su un'intera comunità. Ogni persona potrebbe contribuire al progetto e seguirne l'evoluzione. E ogni persona può dare il suo contributo economico versando una donazione a Casa Giorgina. Se i fondi raccolti non basteranno ad aiutare concretamente le famiglie, il ricavato sarà devoluto a un'associazione caritatevole.