In previsione dell'ingresso in vigore del Recovery Fund la Città Metropolitana di Torino non si è fatta cogliere impreparata: nel corso degli ultimi mesi, infatti, l'amministrazione ha raccolto e verificato i potenziali progetti candidabili per la richiesta di fondi europei, creando una lunga lista di interventi e di idee per rilanciare l’intero territorio metropolitano e generare ricadute positive sull’intera regione. La cifra necessaria? Un miliardo e 600 milioni di euro, che l’amministrazione ha richiesto nelle scorse ore all’Anci e al governo.

Il recovery fund

Per rilanciare il territorio ci sarà bisogno di investimenti considerevoli, soprattutto alla luce del lungo stop alle spese imposto dalla riforma di quelle che sono ormai le ex-province della Città Metropolitana di Torino, investimenti che raggiungono cifre alle quali molto raramente gli enti pubblici possono sognare di accedere.

Moltissimi sono infatti i progetti e i piani di azione creati nel corso degli anni e poi abbandonati, o mai lanciati, proprio a causa di una cronica mancanza di fondi per sostenere i lavori. La speranza arriva, tuttavia, ed è rappresentata dai fondi Next Generation Eu e React, ossia il Recovery Fund, di cui l’amministrazione di Torino ha richiesto una fetta pari a un miliardo e seicento milioni di euro.

Gli interventi

La lista degli interventi presentata a Governo e Associazione nazionale comuni italiani è lunga e complessa, con un elenco di voci che copre numerosi aspetti della vita quotidiana della città metropolitana e, di riflesso, dell’intera regione. Innanzi tutto, mezzo milione di euro è destinato al progetto “Scuole smart”, ovvero a interventi di recupero, efficientamento energetico, rifunzionalizzazione e digitalizzazione delle scuole, per proiettarle dentro la dimensione a lungo sognata della scuola del futuro: digitale, green e sicura.

Non si tratta di nulla di nuovo, in realtà, perché i progetti esistono da anni, ma sono rimasti su carta perché, come sempre, mancavano i fondi per realizzarli.

In secondo luogo, importanti investimenti pari a 260 milioni di euro riguarderanno il potenziamento, la riparazione e l’adeguamento dei collegamenti infrastrutturali del territorio.

Sono infatti previste opere di potenziamento delle strade a maggior percorrenza, ad esempio con raddoppi, e lavori di messa a punto e in sicurezza di tutte le altre. 104 milioni saranno invece dedicati alla riqualificazione e messa in sicurezza delle periferie del territorio metropolitano, e 5 alla dematerializzazione e digitalizzazione dell’amministrazione pubblica della provincia. Moltissimi sono poi i progetti di entità minore.

La stazione di Porta Canavese

Tra i lavori di potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti spicca la realizzazione di una grande opera in particolare, ossia la stazione ferroviaria di Porta Canavese. Questo futuro snodo, che sorgerà nei pressi di Chivasso, metterà in collegamento la Valle d’Aosta con la tratta Torino-Milano, permettendo così trasporti più rapidi e un nuovo scenario di movimentazione di persone e merci per tutta la zona del Canavese e del Monferrato, attualmente poco raggiungibili tramite ferrovia.

Il costo dell’operazione sarà di “appena” 50 milioni di euro.

L’intenzione dell’amministrazione metropolitana è quella di dare importanza sia al capoluogo che al territorio circostante, ricercando il corretto equilibrio tra i bisogni delle aree periferiche e quelli delle aree centrali.