I venditori ambulanti non alimentari di Torino sono scesi in piazza ieri 30 marzo, manifestando per attirare l’attenzione delle istituzioni sulla sempre più difficile situazione economica in cui verte la loro categoria.
Con le chiusure imposte dalla zona rossa, infatti, ai venditori ambulanti non è permesso lavorare, ma le tasse e le spese rimangono e - a quanto pare - i ristori non bastano a coprirle. Partito dal nord della città, il corteo ha raggiunto piazza Vittorio Veneto, dove si è svolto un comizio a cui sono intervenute anche alcune autorità locali.
La manifestazione
La protesta dei venditori ambulanti torinesi è cominciata nei giorni scorsi, quando alcuni di loro si sono simbolicamente incatenati a Porta Palazzo, storico mercato cittadino, ed è proseguita nella giornata di ieri, quando in oltre 600 persone hanno sfilato in un corteo di protesta. Sono partiti dall’Allianz Stadium e, suonando dei clacson, hanno raggiunto Piazza Vittorio Veneto seguendo lo stesso itinerario percorso qualche giorno prima dai tassisti.
Una volta giunti in piazza i manifestanti hanno innalzato un palco e, con microfoni e megafoni. Tanti i cartelli e le scritte a pennarello sulle fiancate dei veicoli, per protestare contro le chiusure e contro i politici, che (come si legge su un cartellone) “continuano a prendere lo stipendio senza produrre nulla”.
Le richieste
Ciò che i venditori ambulanti non alimentari chiedono è di poter tornare a lavorare in sicurezza, o almeno di poter ricevere rapidamente dei ristori adeguati alle spese che continuano a sostenere nonostante i ricavi siano stati praticamente azzerati dall’attuale situazione. Tante le storie che si incrociano, ma le difficoltà rimangono sempre le stesse: tasse da pagare, bolli per i mezzi, presto anche il plateatico, l’imposta per l’occupazione del suolo pubblico.
Nessuno di loro nega l’esistenza del rischio sanitario, ma denunciano una situazione ormai insostenibile. “Noi lavoriamo all’aperto e non ci sono rischi”, afferma Silvano Rittá, membro dell’Ubat (Unione Battitori Ambulanti Torinesi), che chiede provocatoriamente perché ai supermercati sia invece permesso lavorare regolarmente.
La risposta delle amministrazioni
L’amministrazione locale torinese ha risposto positivamente alla protesta dei venditori ambulanti. Alberto Sacco, assessore al commercio di Torino, ha dichiarato dal palco di Piazza Vittorio che il Comune continuerà ad aiutare la categoria, e sta lavorando con i rappresentanti dei venditori ambulanti per cercare un compromesso sulle rate Soris.
Anche l’assessore regionale del Piemonte Maurizio Marrone è intervenuto sulla vicenda, promettendo che un’eventuale class action da parte dei venditori riceverà il sostegno dell’avvocatura regionale in quanto “la chiusura non risponde a ragioni scientifiche: è dovuta a pressioni lobbistiche”. Dalla Regione partirà inoltre, su proposta dell’assessore al commercio Vittoria Poggio, una lettera per chiedere al Governo di intervenire sulla vicenda e valutare la riapertura delle attività di vendita non alimentari.