Sono passati quasi vent’anni da quando l’ultimo impiegato ha abbandonato il polo produttivo di Scarmagno (Torino), dove la Olivetti ha prodotto personal computer fino a metà degli anni Novanta, ma la zona potrebbe presto tornare a vivere e prosperare grazie a Italvolt, diventando sede della prima Gigafactory italiana.
Italvolt e il Canavese
In origine i siti in esame per la realizzazione della Gigafactory erano tre, di cui uno in Campania e l’altro in Calabria, ma a favore della scelta piemontese giocano la vicinanza al casello dell’autostrada A5 e la collocazione strategica sull’asse tra Torino e Francia.
La scelta di Scarmagno non è ancora definitiva, ma è diventata altamente probabile dall’altro ieri, quando il CEO di Italvolt, Lars Carlstrom, ha illustrato personalmente il progetto durante una riunione in comune organizzata ad hoc. Presenti il sindaco di Scarmagno, Adriano Grassino, ma anche quello di Romano Canavese, Oscarino Ferrero, quello di Ivrea, Sertoli, l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano e una dozzina di amministratori della zona canavesana.
Non solo: in queste ore stanno procedendo le trattative tra Italvolt e Prelios, la società di gestione immobiliare proprietaria degli 865 mila metri quadrati del polo di Scarmagno, e si potrebbe giungere presto ad un accordo, forse entro la fine della settimana.
Si tratterebbe, per il Canavese e per tutto il Piemonte, di un evento fondamentale per il rilancio del territorio e per il mercato del lavoro, con un investimento di quasi quattro miliardi di euro e la creazione di circa 4 mila nuovi impieghi diretti e di altri 10 mila legati all’indotto.
La Gigafactory di Scarmagno
Se, come è lecito supporre, Italvolt deciderà di costruire la propria fabbrica a Scarmagno, a disegnare i progetti del nuovo impianto sarà la divisione Architettura di Pininfarina.
Si tratterà di un complesso industriale di nuova generazione, pensato e realizzato in maniera responsabile, con l’applicazione di metodologie costruttive volte ad integrare l’edificio nelle dinamiche economiche e sociali del territorio. A realizzare il laboratorio di Ricerca e sviluppo, che accoglierà studiosi ed accademici impegnati nel settore della mobilità elettrica, sarà invece l’azienda torinese Comau.
Il mercato delle batterie al litio
La nuova fabbrica è destinata a diventare il più grande sito europeo per la realizzazione di batterie al litio per le auto elettriche, con una capacità di produzione iniziale di 45 gigawattora e l'obiettivo di raggiungere i 70. Si tratta di un mercato che, assicura Lars Carlstrom, CEO di Italvolt, è destinato ad aumentare a livello globale di 17 volte entro i prossimi dieci anni, con una richiesta di energia che raggiungerà circa i 3 mila e 600 gigawatt. La Cina sarà al primo posto tra i consumatori futuri, con una richiesta prevista di circa 1550 gigawatt, seguita dall’Unione europea con 565.