Il Comune di Torino si sta preparando a fronteggiare l’emergenza sfratti, che si paleserà in tutta la propria spaventosa portata quando, il prossimo 30 giugno, il blocco nazionale prolungato dal decreto Milleproroghe giungerà a scadenza. Gli strumenti messi in campo dalla città piemontese sono molteplici, con lo scopo di poter dare una risposta rapida alle emergenze e di proteggere il maggior numero possibile di cittadini.

L’allargamento della platea

Da ieri, è stato ampliato il numero di persone che potranno richiedere aiuto: a poter accedere al servizio non saranno solo i cittadini italiani ed europei, infatti, ma anche quelli extra UE in possesso di permesso di soggiorno, con un Isee valido e inferiore ai 26 mila euro e dotati di un regolare contratto di locazione e di residenza nell’alloggio da almeno un anno.

Alle motivazioni che fanno scattare il supporto cittadino, oltre a quelli previsti dalla morosità incolpevole (causata cioè da perdita del lavoro, cassa integrazione, cessazione di contratti a tempo determinato o riduzione del reddito familiare dovuto a malattie, decessi o infortuni di uno dei componenti) si è aggiunta una speciale “clausola Covid” valida per tutti coloro che potranno dimostrare di aver avuto, tra marzo e maggio del 2020, un calo di reddito di almeno al 30% rispetto all’anno precedente.

Le azioni di supporto

Dal lato delle azioni di supporto, in caso di sfratto per morosità il Comune potrà agire secondo due diverse strade. Nel caso in cui il padrone di casa acconsenta a revocare lo sfratto, sarà il Comune stesso a coprire i mancati affitti e le relative spese legali fino ad un massimo di ottomila euro, stipulando inoltre un nuovo contratto, a canone agevolato, con un sostegno economico agli inquilini per coprire dai 4 agli 8 mesi di affitto.

Nel caso in cui, invece, i proprietari decidano di procedere ugualmente con lo sfratto, il Comune farà da mediatore proponendo loro di posticiparlo, sostenendo le spese di affitto fino alla data in cui gli inquilini se ne andranno.

Un’altra importante novità rispetto al periodo precedente, infine, è rappresentato dal fatto che sarà possibile beneficiare degli aiuti dal momento in cui si riceverà l’intimazione formale di sfratto per morosità, e non nell’attimo in cui lo sfratto diventa esecutivo.

Le parole della sindaca

Gli sfratti devono essere prevenuti, come spiegato dalla sindaca di Torino Chiara Appendino, costruendo una rete in grado di affrontare l’emergenza, soprattutto perché a venire colpita sarà una fascia della popolazione già duramente provata dalla pandemia.

Per questo il Comune ha creato anche un protocollo d’intesa con Tribunale, Ordine degli avvocati e associazioni dei proprietari (Ape e Uppi).

La situazione sfratti a Torino

La situazione degli sfratti in città è critica già da alcuni anni. Il picco è stato raggiunto tra il 2014 e il 2016, con oltre seimila all’anno, e il numero è calato solo nel 2018, attestandosi attorno ai 5000.

Anche nello scorso anno, nel periodo che va dal 1° luglio 2019 al 30 giugno 2020, gli sfratti sono stati 3474, numero decisamente alto se si pensa che è stato raggiunto nonostante le procedure siano state successivamente fermate per legge.