Il mistero del suicidio di Maria, la ragazzina di 12 anni che si è tolta la vita lo scorso 14 marzo a Borgofranco d’Ivrea, nel torinese, si nasconde nelle chat di Whatsapp. Ne sono certi i carabinieri di Settimo Vittone che indagano sulla vicenda, mentre sembra essere esclusa la pista di una sfida mortale su Tik Tok.

Il fatto

Era la sera del 14 marzo quando Maria, una ragazzina di appena 12 anni, ha deciso di togliersi la vita nella propria cameretta di Borgofranco, nel torinese, impiccandosi con la cintura di un accappatoio. Una modalità che ha subito ricordato una delle tristemente note sfide mortali in auge su Tik Tok, ed è proprio contro questo social network che ha immediatamente puntato il dito anche lo zio di Maria.

“Non si sarebbe mai suicidata” ha affermato, raccontando di come proprio la sera prima avessero parlato del futuro e della scelta della scuola superiore. Intanto la procura di Ivrea ha immediatamente aperto un fascicolo, attualmente contro ignoti, per istigazione al suicidio, in attesa di ulteriori dati che potrebbero emergere dall’analisi del cellulare e del tablet della ragazzina.

L’indagine

Dopo le prime analisi, il procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando ha per ora escluso la pista di una sfida su Tik Tok, invitando esplicitamente alla cautela. Gli elementi per risolvere il mistero dietro a questa morte apparentemente insensata si trovano, secondo gli investigatori, nelle chat di Maria e delle sue amiche più care.

Quelle stesse amiche con cui la ragazza avrebbe forse organizzato l’estremo gesto e che, secondo l’inquietante ipotesi formulata dagli inquirenti, avrebbero forse dovuto prendervi parte assieme a lei. Lo spettro di un suicidio collettivo, solo in parte scongiurato, è ancora al vaglio, ma se le indagini ne svelassero la fondatezza si tratterebbe dello spaventoso sintomo di un disagio profondo e diffuso, dalle conseguenze tragiche.

La reazione del paese

L’intero paese di Borgofranco d’Ivrea è rimasto sconvolto dalla morte di Maria. Andava appena in seconda media, giocava a pallavolo nella squadra del paese, pensava al futuro. Tutti la descrivono come una ragazzina solare, che mai aveva lasciato trasparire all’esterno il proprio disagio. Il preside dell’istituto comprensivo Settimo Vittone, che la ragazza frequentava, ha ora attivato un pronto soccorso psicologico assieme all’associazione Emdr, e nei prossimi giorni tutti i compagni di classe di Maria dovranno sostenere un colloquio con una psicologa, nella speranza di scongiurare il ripetersi di atti simili e di comprendere le cause di questo disagio.

“Di più la scuola non può fare” ha concluso il dirigente. Anche il primo cittadino di Borgofranco, Fausto Francisca, si dichiara impotente: “Non sappiamo nemmeno come fare per aiutare quella famiglia” dice, perché davanti a una tragedia di questa portata qualsiasi gesto e qualsiasi atto sarà sempre troppo poco.