Enzo Iacopino denuncia Barbara D'Urso per esercizio abusivo della professione giornalistica: con le sue interviste lede l'immagine stessa dell'ordine. La denuncia viene inoltrata alle procure della Repubblica di Roma e Milano, alla autorità garante per le comunicazioni e non solo: anche ai comitati per la tutela di minori e media e al garante per la privacy.
Iacopino per chi non lo sapesse attualmente è il presidente dell'Odg (ordine nazionale giornalisti), e deve essersi sentito offeso nell'esercizio della professione giornalistica dalle interviste a cui gli ospiti della trasmissione Domenica live sono stati sottoposti da Barbara D'Urso.
La signora D'Urso dal canto suo un po' se lo doveva aspettare: il suo modo di fare non è molto popolare - quantomeno nel web - e numerosi sono i post che la vedono ritratta in momenti nei quali mette in scena quella che è già stata definita "la tv del dolore", utilizzando mezzi come quello di intervistare le persone, che è proprio del mestiere del giornalista. Ma lei non lo è: non è iscritta all'albo e non rispetta le regole insite del mestiere esercitando quindi abusivamente la professione. Nell'esposto inviato da Iacopino e visibile sulla sua pagina Facebook, il presidente dell'odg cita espressamente la trasmissione della domenica condotta dalla D'Urso nella quale, secondo lui, la donna non tiene mai conto del rispetto della privacy ma anche del fatto che spesso ci siano minori coinvolti. Questo costituisce una grave offesa all'immagine dei giornalisti che lo fanno seriamente e per mestiere.
L'azione di Enzo Iacopino era stata preannunciata pochi giorni fa dallo stesso giornalista sulla sua pagina Facebook (nella quale è visibile anche una copia dell'esposto presentato in procura): dicendo basta alle attrici di varietà - soubrette il termine utilizzato - che usano finti coinvolgimenti nelle vicende di cronaca nera per attirare qualche dato di audience in più.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le interviste fatte a parenti e amici delle donne recentemente coinvolte in fatti drammatici, a partire dal caso Ceste per arrivare a Yara Gambirasio.

Alla D'Urso i giornalisti contestano la violazione sistematica della privacy, con domande e insinuazioni molto spesso lesive della dignità delle donne defunte e dei loro cari. "Viene fatto troppo spettacolo" del dolore dei parenti delle vittime: la goccia che ha fatto traboccare il vaso proprio l'intervista fatta domenica scorsa a un amico di Elena Ceste contro la quale sono state fatte parecchie insinuazioni, evidentemente spinte oltre il cattivo gusto, su presunte relazioni extra-coniugali della donna.