Tim Cook, CEO della Apple, ha parlato apertamente del suo coming out come gay nel corso del Late Show con Stephen Colbert e ha detto che dichiararsi pubblicamente omosessuale è stato molto più importante che mantenere il riserbo sulla propria privacy.

Tim Cook, che ha fatto coming out nel 2014 con una lettera pubblicata sulla rivista Business Week, ha detto che a lavoro, sulla sua scrivania, ha una foto di Martin Luther King e ogni giorno si pone una domanda che lui faceva: «La domanda più persistente e impellente della vita è “Cosa stai facendo per gli altri?"».

Questa stessa domanda è stata alla base del suo dichiararsi omosessuale quando fece coming out lo scorso ottobre.

Nel commentare la sua scelta, Tim Cook ha detto che aveva molto chiaro che c’erano molti ragazzi e ragazze vittime di bullismo nelle scuole e che era necessario fare qualcosa. Per questo ha riflettuto su quanto fosse importante la difesa della propria privacy e quanto, invece, fosse fondamentale fare qualcosa per gli altri. Per questo ha deciso di dire la verità su se stesso: molte persone, ha aggiunto, già la conoscevano, altre no. E, scherzando, ha aggiunto che è come quando si scopre una nuova funzione del proprio iPhone: c’era già, solo che non si sapeva ci fosse!

La differenza tra coming out e outing

Tim Cook, come abbiamo detto sopra, ha fatto coming out: ha cioè parlato del proprio orientamento sessuale dichiarandosi omosessuale. L’espressione deriva dall’inglese “coming out of the closet” e letteralmente vuol dire “uscire dall’armadio a muro” e sta a indicare un’azione che parte dal soggetto.

Il coming out non va confuso con l’outing (come purtroppo spesso accade in diversi organi di informazione): l’outing è uno strumento politico. In pratica di rivela l’orientamento sessuale di qualcuno e lo si fa per evidenziarne l’ipocrisia (solitamente si fa outing a una persona nota che è apertamente omofoba e contraria ai diritti gay, pur essendo gay essa stessa e vivendo la propria omosessualità in maniera nascosta).