È pronta la rosa dei nomi che giovedì Antonio Campo dall’Orto presenterà al consiglio di amministrazione della Rai. Andrea Fabiano è in quota come direttore di Rai Uno, Ilaria Dallatana, legata come patrona alla società di produzione Magnolia ed ex socia di Giorgio Gori, è in lizza per RaiDue. La sorpresa maggiore sarà la nomina di Daria Bignardi al comando della terza rete dove detronizza Andrea Vianello e vince sull’altro competitor Andrea Salerno, ideatore di Gazebo. A RaiSport sembra destinato Gabriele Romagnoli, a cui spetterà la gestione della maratona televisiva delle Olimpiadi e degli Europei di calcio.Ultima collocazione è quella di Antonio Marano a Rai Pubblicità.

I nuovi ranghi sono stati annunciati da Campo dall’Orto insieme ad altri 9 consiglieri, in via anticipatoria alla presentazione nel consiglio di amministrazione di domani.

Favorite le donne e i giovani

Sarà facile trovare la quadra a Viale Mazzini, grazie alle nuove regole che decurtano l’obbligo del voto di maggioranza, abrogato in favore del solo parere dei convenuti. Solo in verso contrario si potrà scardinare una nomina aggregando 7 consiglieri su nove. Così la riforma della Rai voluta dal governo Renzi è alla sua prima prova importante. Solo la nomina di Marano al reparto pubblicità compete al Cda. Dal profilo dei nomi sono chiare le intenzioni dell’amministratore, che dimostra di contare sulle quote femminili (infatti 3 poltrone sono ripartite tra le donne e per di più nelle reti con maggior pubblico) e poi di favorire i giovani: Fabiano, che va ad occupare il trono di denari di RaiUno al posto di Giancarlo Leone di cui è stato vice, è appena quarantenne, e insieme alla poltrona si conquista il record anagrafico per questo posto.

Si punta adallargare la platea, andando a conquistare nuovo pubblico nel settore giovanile. Per questo una strategia è quella di valorizzare anche i canali sportivi, per aggregare i giovani, e così si è disegnata la candidatura di un giornalista-scrittore appassionato di sport come Romagnoli per Rai Sport. Si sospettano pressioni delle lobby, anche se Campo dall’Orto rimarca la sua autonomia di scelta anche con nomi indipendenti dai partiti.

Le polemiche

Molti nomi sono ripescati dall’esterno del corpo attuale dell’azienda, come Daria Bignardi, finora esiliata a La7 e che ritorna a casa, da dove aveva esordito nel 1991 con il programma ‘Milano, Italia’. Segno che non si è voluto valorizzare le risorse interne, e sconfessare dunque la squadra aziendale. Questo ha rimarcato il sindacato della Rai Usigrai: lamenta che c’è stata una delegittimazione dei dipendenti dell’ente televisivo e parla di ‘infornata di esterni’.

Un vero schiaffo, secondo il sindacato, agli 11 mila dipendenti che hanno assicurato il primato al Servizio Pubblico. Dal canto suo Campo Dall’Orto rivendica di aver seguito nella sua scelta il principio del ‘pluralismo culturale’. Anche Maurizio Gasparri di Forza Italia ha affidato un commento ad un tweet in cui ha contestato le scelte dell’ad, in sintonia con la posizione di Usigrai. Infine Gasparri rincara accusando che con il ripescaggio di personalità dall’esterno ci sarà anche un aggravio di spese.