Luigi Pelazza, uno volti più noti della famosa trasmissione di Italia 1 "Le Iene", è dovuto comparire, alcuni giorni fa, in Tribunale a Torino, per rispondere dell'accusa di "sostituzione di persona" relativamente ad un servizio, girato nel 2012, con con una telecamera nascosta, all'interno di una struttura per persone colpite da disturbi mentali. Nel servizio, disponibile ancora oggi sul sito delle Iene, con il titolo "Pelazza: Assistenti sociali. Una ragazza disabile strappata dalla madre, dopo 38 anni.", veniva raccontata la vicenda di una madre e di una figlia, quest'ultima affetta da disagio psichico, separate dalle autorità.
Il servizio delle Iene "incriminato"
Pelazza ha spiegato che il servizio in questione venne realizzato da un collega, Luca Panichi, anch'egli finito sotto processo e giudicato con il "rito abbreviato", mentre lui si sarebbe limitato a fare la narrazione della storia. Pelazza rispondendo alle domande dell'avvocato della parte lesa, ha affermato di essere stato giornalista fino al 2013, ma ha ricordato come l'Articolo 21 della Costituzione riconosca il "diritto di cronaca" anche a coloro che non sono iscritti a tale Ordine.
La vicenda oggetto del servizio
La madre Anna e la figlia Katia, protagoniste del servizio de "Le Iene" erano state separate su ordine dei servizi sociali e del Tribunale di Torino, e la sorella di Katia, nominata tutrice, aveva deciso di affidarlaalla Comunità.
La madre dunque, disperata per essersi vista sottrarre la figlia, si rivolse alla nota trasmissione televisiva, chiedendo loro di intervenire. Nel servizio realizzato si vede la direttrice della Comunità rivolgersi in modo brusco nei confronti della madre della paziente. Le accuse che hanno fatto finire sotto processo Pelazza e l'autore del servizio sono dovute al fatto che per accedere alla Comunità, l'autore si sarebbe spacciato per un'altra persona.
Da qui la contestazione del reato di "Sostituzione di persona", fattispecie per cui l'Articolo 494 del Codice Penale prevede fino ad un anno di reclusione. Anche la madre della ragazza è finita sul banco degli imputati.
La Iene Casciari ha lasciato per la troppa pressione
Gli inviati delle Iene, durante la realizzazione dei servizi più "scomodi", finiscono sovente nelle aule dei tribunali.
Tanto che questo è uno dei motivi che ha indotto Mauro Casciari a lasciare il programma, dopo nove anni di servizio. Casciari dopo aver terminato la stagione scorsa, ha appeso il "vestito da Iena" al chiodo, spiegando a Umbria24 di averlo fatto perchénon reggeva la pressione derivante dalle numerose querele ricevute.