L'annuncio dato sul profilo Instagram non lascia dubbi. Il Don Pietro Savastano di Gomorra e talentuoso attore di teatro Fortunato Cerlino è diventato papà. "23 agosto 2017, ore 15,40... benvenuta Delfina". Questo il laconico annuncio dato dal neo papà che posta anche la foto di un paio di scarpine blu con occhietti chiusi e nasino a cuore.

La compagna, taggata nell'annuncio social, è Antonella Sava, photo editor di importanti riviste. Seguono quasi 1500 likes e tanti commenti di congratulazioni dai suoi quasi 81 mila followers. È un attore amato Fortunato Cerlino e se fama e popolarità sono state senza dubbio raggiunte dopo i quarant'anni grazie alla serie firmata Sky che vedrà a novembre l'uscita della terza attesissima serie, è indubbio che il suo talento e la sua preparazione avrebbero potuto premiarlo anche prima.

Tanta gavetta a teatro

Nato a Napoli nel 1971, dopo essersi diplomato a vent'anni all'Accademia d'arte drammatica della Calabria, inizia a lavorare per pieces teatrali dirette tra gli altri da Luca Ronconi e Paolo Virzì, e inizia a girare sia per la Tv che per il cinema con artisti del calibro di Lina Wertmuller. I primi progetti televisivi includono serie come La Squadra e Distretto di Polizia 9 e 10.

Arriva Don Pietro

Ma è nel 2014 che la serie Gomorra gli offre un personaggio unico di grande spessore e carisma che lo farà diventare subito riconoscibile al grande pubblico. Quasi un'icona. Il suo Don Pietro Savastano, padre di Genny (Salvatore Esposito) e capo del tirapiedi Ciro Di Marzio (Marco D'Amore) tratteggia una personalità camorrista senza scrupoli e crudele al limite della follia.

Si nota la volontà degli autori di scavare in profondità in una realtà parallela e quasi inverosimile che lascia sgomenti e affascinati allo stesso tempo.

La serie, tratta dal best-seller di Roberto Saviano, complice anche la spettacolare e professionalissima realizzazione, che non ha nulla da invidiare alle serie americane, tratteggia con inesorabile violenza e crudo realismo la guerra tra clan malavitosi della periferia napoletana.

Riconoscimenti internazionali

Non stupisce che la serie sia arrivata terza per l'anno 2016 nella prestigiosa classifica "The Best Shows" del New York Times. Il riconoscimento internazionale non è da tutti e mette l'ennesimo marchio di qualità sopra ad un prodotto che poteva risultare ostico anche in patria, fosse solo per la scelta di utilizzare nei dialoghi per il novanta per cento il napoletano stretto.