Quello di Gué Pequeno è sicuramente uno dei nomi più caldi della scena Rap (in gran fermento nell'ultimo periodo) insieme a Salmo, che con il resto del Machete Crew ha annunciato l'imminente pubblicazione del Machete Mixtape 4, prevista per il prossimo 5 luglio, Marracash, che ha da poco iniziato a fornire le prime concrete informazioni sul suo prossimo album, che conterrà un feat con la rivelazione Massimo Pericolo, e Sfera Ebbasta, fresco della nomina a giudice di X Factor che tanto sta facendo discutere online.
Gué Pequeno e l'intervista che fa discutere
Gué Pequeno ha pubblicato la settimana scorsa un nuovo progetto discografico, l'Ep "Gelida Estate", confermandosi ancora una volta come uno dei rapper più attivi della scena con una media di un disco all'anno. Di conseguenza è subito iniziato il classico giro di rito di interviste, concesse a diversi canali di informazione. Tra queste, una in particolare sembra aver catturato l'attenzione del web, anche e soprattutto al di fuori dell'ambiente prettamente hip hop.
Si tratta di una lunga chiacchierata concessa a Vanity Fair – in queste ore rilanciata da numrtodr testate giornalistiche – durante cui il rapper si è letteralmente confessato, parlando dei suoi problemi con droghe, donne e dipendenze, dell'aborto che affrontò in passato con una sua compagna, ma anche del sogno, sfumato per poco, di mettere su famiglia, senza disdegnare qualche battuta sui colleghi del mondo della musica.
'Mi prendevano per il cu.., ma ora è il mio segno distintivo'
Nella parte finale della chiacchierata Gué è stato interpellato relativamente al problema che lo affligge all'occhio sinistro, ovvero una ptosi palpebrale. "Da piccolo ero timido, mi prendevano per il cu.. – ha spiegato il rapper – ma non è stato un trauma". Guè ha dichiarato di avere un rapporto sereno con la ptosi e ha aggiunto di ricevere spesso messaggi da parte delle madri dei bambini afflitti dal medesimo problema, in cerca di aiuto e consigli.
"Ho un rapporto sereno con questo problema. Non mi sono mai preoccupato di correggerlo, perché secondo me è il mio segno distintivo. Spesso ricevo messaggi da parte di madri di bambini che hanno il mio stesso problema, mi chiedono consigli, ma io a loro dico sempre che va bene così. [...] Mio padre aveva un occhio di vetro, è stato lui a farmi capire che i nostri sguardi erano una cosa fi..".
A questo punto l'autore di "Vero" è stato interpellato relativamente al padre, il giornalista Marco Fini, scomparso due anni e mezzo fa. Gué ha spiegato di aver ritrovato il padre durante gli ultimi anni di vita, di averlo iniziato a frequentare più di prima, ma di essere dispiaciuto per non essere riuscito a fargli vedere i suoi "momenti più belli".
La politica e le donne: 'Ex compagne di scuola che erano sogni erotici, ora sono incubi'
Sempre nella parte finale dell'intervista, Gué ha avuto modo di parlare anche di politica, o meglio, del motivo per cui la politica non compare spesso nelle sue produzioni artistiche. Al rapper è stato chiesto se questo suo approccio rappresenti un modo per evitare di perdere consenso tra quelle fette di pubblico che la pensano diversamente da lui.
Gué ha però spiegato come, secondo il suo punto di vista, chiunque cerchi il consenso facile di solito faccia esattamente il contrario: "Ora come ora funziona fare gli impegnati e gli alternativi. Io ho sempre preferito raccontare le cose che vedo e che so, magari parlo anche io di politica tra le righe o attraverso l'utilizzo di metafore, se non tutti capiscono, pazienza".
Nell'articolo c'è stato anche spazio per parlare dell'universo femminile. Gué ha raccontato di aver sempre avuto un rapporto a dir poco complicato con le relazioni amorose: "Mi sono innamorato quattro o cinque volte, poi però finisce. Svolgo un lavoro che mi permette di stare tanto a contatto con i giovani, sono diventato un Peter Pan, mi piacciono solo le ragazze giovani.
Ogni tanto mi capita di incontrare alcune mie compagne di scuola, quando ero ragazzo erano dei veri e propri sogni erotici, ora sono incubi. Quando le incontro penso: bello rivedersi, però adesso vai, vai, spingi il passeggino".