Villa Torlonia (Via Nomentana 70 - Roma) copre una superficie di circa 132.000 mq. Si tratta di una villa che offre tanto al visitatore: passeggiate nel verde, musei, mostre e ristoro. Molto presto anche spettacoli teatrali che si svolgeranno nel teatro, recentemente restaurato. Attualmente sono in corso due mostre (22 giugno al 28 settembre 2014) quella di Arrigo Musti - Impop, al museo Casina delle Civette e di Paolo Antonio Paschetto - artista tra il liberty e il déco, al museo il casino Nobile. Di proprietà della famiglia Pamphilj (fine sec.

XVII - metà sec. XVIII), come tenuta agricola, intorno al 1760, la villa passò ai Colonna ed infine a Giovanni Torlonia nel 1797. Da questo momento il parco venne trasformato da tenuta a residenza sontuosa e arricchita da numerosi corpi architettonici. Alla morte di Giovanni, il figlio Alessandro, nel 1832, incaricò l'architetto Giovan Battista Caretti di ampliare e arricchire la tenuta. Affianco ai vecchi edifici vennero costruite alcune strutture volte a decorarne il parco come i Falsi Ruderi, la Tribuna con la Fontana, il Tempio di Saturno. A questi si aggiunsero la Cappella di Alessandro, il Caffè house e un anfiteatro, oggi non più esistenti. In un secondo tempo, Alessandro incaricò due architetti: Quintiliano Raimondi, con il compito di realizzare il Teatro (oggi, dopo anni di degrado, finalmente restaurato) e l'Aranciera (oggi nota con il nome la "Limonaia" bar - ristorante) e Giuseppe Jappelli, con l'incarico di sistemare la parte sud del parco.

La capanna svizzera fu trasformata nella Casina delle Civette (ora un museo dove vengono organizzate mostre e concerti di musica da camera) la Serra, la Torre, la Grotta Moresca, e il campo dei Tornei, un nuovo muro di cinta, il Villino Medievale, il Villino di Guardiania, il Villino Rosso. I nuovi edifici, come il Palazzo vennero destinati ad abitazione.

Il progetto di Torlonia si concluse nel 1842 con il posizionamento di due obelischi dedicati ai genitori: Giovanni e Anna Maria.

Malgrado gli sforzi di Alessandro tuttavia la villa non divenne un importante luogo di incontri mondani come avrebbe voluto. Nel 1919, fu scoperto un grande cimitero ebraico sotterraneo, nella parte nord-ovest della Villa, la cui entrata è attualmente visibile.

Durante il fascismo, il Palazzo divenne la residenza di Mussolini (1925-1943) senza subire particolari modifiche. Nel giugno del 1944, la villa fu occupata dalle truppe del comando anglo - americano che vi stanziarono fino al 1947. Dopo la guerra la villa cadde nel degrado più assoluto fino all'acquisto della stessa da parte del Comune di Roma che la riaprì al pubblico nel 1978. Dagli anni Novanta ad oggi, il Comune ha realizzato importanti interventi di restauro sia del parco, che degli edifici, facendo tornare la villa agli antichi splendori.