Se avete voglia di arricchire il vostro bagaglio culturale e godervi il fascino di uno dei laghi più ricchi di storia e folklore venite a provare il sentiero sul lago d'Averno. A Pozzuoli, a circa 12 km da Napoli, è possibile passeggiare lungo le sue sponde  e viaggiare con la mente attraverso secoli di storia e di cultura greco- romana. Formatosi nel cratere di un vulcano attivo fino a quattromila anni fa, il lago è praticamente situato tra le località di Lucrino e Cuma (entrambi appartenenti alla città di Pozzuoli) ed era ritenuto in epoca greca, e poi in quella romana, luogo d' accesso agli inferi, controllati dalla divinità di Plutone.

Lo stesso Virgilio nel sesto libro del suo capolavoro Eneide menziona il lago, definendolo come l' acceso agli inferi. Il nome Averno è di discendenza greca e starebbe ad identificare un luogo nel quale non è possibile la vita per gli uccelli, per via dei gas leggeri che una volta uscivano dal cratere del vulcano. Lungo la circonferenza del lago è possibile passeggiare per un sentiero che porta attraverso vigneti e piccole rovine storiche. Da segnalare infatti la Grotta di Cocceio   risalente alla prima epoca imperiale romana, quando l'imperatore Augusto su iniziativa di Marco Vispanio Agrippa fece costruire questo piccolo ponte sotterraneo lungo un km circa che metteva in collegamento Cuma- luogo strategico per via delle sue alture che permettevano di osservare tutto il litorale domizio- alla sponda occidentale del lago, che a quel tempo veniva utilizzato come luogo di raccolta di navi militari.

Inoltre avrete l'opportunità  di osservare L'antro della Sibilla, un corridoio in pietra che i Greci percorrevano per consultare la Sibilla quando dovevano prendere scelte importanti. Giungere sul sentiero è semplicissimo e risulta più semplice con i mezzi pubblici. Bisogna scendere alla fermata della cumana Lucrino, costeggiare a piedi l'omonimo lago per poi immettervi immediatamente sul sentiero del lago D'Averno (i due laghi, quello di Lucrino e quello d'Averno sono infatti vicinissimi). Questa è la strada che porta agli inferi.