Come ogni anno la società di consulenza canadese Arton Capital elabora per conto di numeri paesi un indice di desiderabilità chiamato “Passport Index 2017”. Il quale, attraverso la fornitura di aggiornati dati istituzionali, viene calcolato in base al numero di nazioni che è fattibile visitare con un determinato passaporto senza dover richiedere il fatidico visto prima della partenza. Lo scorso anno in vetta alla classifica dei passaporti cosiddetti “potenti o più desiderati si trovavano la Germania e la Svezia. Voleva dire che i cittadini delle rispettive nazioni avevano pressappoco le porte aperte in circa due terzi dei paesi mondiali.

L'Italia si collocava terza insieme ad altre cinque nazioni. Mentre l'Afghanistan, chiudeva la graduatoria con il passaporto meno gradito al mondo.

Dalla garanzia tedesca allo scivolone italiano

Per il secondo anno consecutivo il passaporto tedesco risulta essere il più gradito al mondo. In effetti, per i fortunati possessori è un vero e proprio autoreparto in 157 paesi. Al secondo posto con 156 aperture quasi automatiche si trovano a pari merito Singapore e Svezia. L'Italia ha sempre posseduto un ottimo passaporto, ma negli ultimi dodici mesi qualcosa è cambiato, perché scivolare dal terzo posto al 12esimo non è poca cosa. E nonostante si trovi in buona compagnia insieme ad altri paesi europei ed il Giappone, il livello di gradimento del nostro passaporto non è più il 3 ma il 4.

Altre scivolate storiche

Dunque, sembra che il 2017 riservi svariate sorprese anche ai documenti di viaggio più ambiti al mondo. Rispetto agli ultimi piazzamenti di tutto rispetto, il Regno Unito scivola dalla seconda posizione alla decima e gli Stati Uniti dalla quarta alla 11esima.

I cittadini meno fortunati

In questi casi l'instabilità politica, economica e sociale giocano un ruolo fondamentale.

Non a caso negli ultimi posti della classifica troviamo la maggioranza dei paesi africani, mediorientali, e quelli che all'inizi della civiltà rappresentavo la culla della sapienza e la via dei primi mercati globali. Ci riferiamo alla Siria, all'Iraq, al Pakistan e all'Afghanistan, che concedono ai propri cittadini non poche limitazioni.