Scozia vuol dire castelli, indigestioni di pesce e molluschi, prestigiosi musei quali le rinomate gallerie d'arte di Edimburgo e Glasgow, tradizione calcistica e splendidi paesaggi - l'icona sono i prati punteggiati di eriche. Sono le distillerie di whisky e i bed & breakfast confortevoli, che permettono un po' di risparmio. Sono i paesaggi incontaminati di cittadine come Ullapool, con il suo fiordo all'estremo nord dell'Europa.

Scozia vuol dire gli scone, delle briochine a forma della pietra su cui, per la tradizione, poggiava la corona dei re di questo popolo indocile che, oggi, tanto per cambiare, tra l'Inghilterra e l'Europa, sceglie (fortunatamente) quest'ultima.

Le frizioni sono antiche e ci ricordiamo tutti film come Braveheart, ma anche i vecchi film di Ken Loach sulla guida politica ed economica della signora Thatcher, che impoverì la Scozia pretendendo che il petrolio che si trova al largo delle sue coste fosse sfruttato dalle compagnie di Londra.

Scozia però significa anche letteratura, e in particolare una giallista della prima metà del Novecento, Josephine Tey, e il suo bel Sabbie che cantano. Il titolo del libro è un omaggio alla tradizione religiosa antica di questo popolo nordico, secondo cui il Paradiso era proprio situato fisicamente su una spiaggia scozzese, dove dal terreno si sarebbero levate suadenti e celesti voci.

Il libro, come quasi tutti quelli di questa autrice, ha per protagonista il commissario Grant, terribilmente insicuro, ai limiti dell'esaurimento nervoso.

Gli è comandato di trascorrere un periodo di riposo da una sorella, ma non riesce a esimersi dall'indagare su tutto (in un altro libro indaga sul personaggio storico di Riccardo III). E scopre una storia piuttosto sordida legata agli ambienti dell'indipendentismo, che ci sono sempre stati in Scozia, come altrove - e infatti chi gira questa regione dotata di un Parlamento autonomo si renderà presto conto che una piccola parte dei turisti è formata da persone di tutta Europa che ritengono di avere radici celtiche, come i baschi e altri.

Non sono molto amati perché solitamente praticano il campeggio libero, e perché gli scozzesi non amano vedersi affibbiare le etichette più tradizionaliste, in qualche caso retrive. Josephine Tey ci regala uno scorcio illuminato dall'umanesimo e dalla buona scrittura anche su questi aspetti della vita scozzese, di cui allo stesso tempo ci restituisce i sapori, gli odori e i colori.