Sono trascorsi cento giorni dall'insediamento di Marco Fassone come amministratore delegato del Milan, ovvero da quel giovedì 13 aprile, quando il fatidico closing divenne realtà. I punti di domanda, in queste settimane, sono diventati quasi tutti punti esclamativi; lo scetticismo generale si è trasformato in entusiasmo, come dimostrano i 5.000 abbonamenti rinnovati in quattro giorni.

E poi il Calciomercato: fuochi d'artificio, acquisti in doppia cifra con un budget mostruoso. E non è finita qui, come confermato dallo stesso Marco Fassone, il quale ha rilasciato un'intervista esclusiva alla "Gazzetta dello Sport", di cui di seguito sono riportate le principali dichiarazioni.

Fassone: "Abbiamo un'ottima squadra, manca la ciliegina"

Sui primi 100 giorni: "Direi prova superata, siamo di fronte ad un cambiamento importante. Sono stanco, lavoro 20 ore al giorno ma questo tempo è volato e mi ritengo molto soddisfatto. Quando ci fu il rinvio del closing a marzo ho temuto di non farcela, poi ho dato una mano in prima persona ed eccoci qua".

Sul fondo Elliott: "Faranno controlli periodici sui conti del club a partire da novembre e con cadenza bimestrale. In casi come questi, esiste sempre un rischio default, ma per me è un evento molto ipotetico, credo sia un debito abbastanza facile da rifinanziare. Anche il presidente Li è tranquillo. Lui e Han Li hanno sposato un progetto a lungo termine, ti fanno sentire uno di loro".

Sul budget rimanente: "Faremo ancora qualcosina o qualcosona, dipende anche dalle prossime cessioni. Abbiamo un'ottima squadra, manca la ciliegina. Ci sarà un arrivo eccellente, di livello. Magari un mister X. Adesso c'è entusiasmo, ci sono stati 5.000 abbonamenti rinnovati in quattro giorni".

Sul futuro: "Nel nostro piano quinquennale contiamo di passare dai 200 ai 400 milioni di fatturato, stadio escluso.

Nel 2022 vorremmo essere tra i primi 5 top club. A proposito, la settimana prossima annunceremo una sponsorizzazione di primo livello, e nel 2018-2019 ritengo probabile l'ingresso in Borsa orientale".

Sugli obiettivi della squadra: "Non posso illudere con promesse come lo scudetto al primo anno, l'irrazionalità però è una componente sempre presente, quindi lasciamo le porte aperte.

Montella è l'uomo giusto".

Sugli acquisti: "Tutti sono stati presi ai prezzi corretti. Un paio di calciatori, come Kolasinac, non sono arrivati a causa dei rinvii del closing. C'è stata un po' di frustrazione, ma io e Mirabelli non ci siamo mai fermati. In particolare, Massimiliano ha visto milioni di partite. L'acquisto che ricordo con maggior piacere è quello di Andrè Silva perché è stato un blitz: siamo arrivati ad Oporto nel pomeriggio e la sera era un calciatore del Milan".

Un bilancio finale: "Credo sia la mia stagione più divertente e stimolante. Il Diavolo mi ha preso l'anima, mi sento rossonero dappertutto. Tra 1.000 giorni mi vedo con la musichetta della Champions, magari parlando di scudetto. Senza dimenticare la crescita economica: la stagione 2018-2019 sarà quella del 'break even', quella successiva contiamo di iniziare a distribuire qualche dividendo".