Il Milan non si è accontentato di aver dominato la scena europea del Calciomercato di Giugno. Anzi, ha rilanciato: ieri Leonardo Bonucci è diventato ufficialmente un calciatore rossonero per la cifra di 42 milioni di euro pagabili in tre esercizi. Un colpo incredibile per tempistiche, per periodo storico, per la controparte (la squadra che domina da sei anni in Italia, due volte finalista in Champions League negli ultimi tre anni). Sempre ieri è sbarcato a Milano l'altro acquisto, Lucas Biglia.

L'acquisto di Bonucci ha avuto risalto mondiale, riportato dall'intera stampa europa e non solo.

Molti, ancor di più dopo la trattativa che ha portato il forte difensore italiano a Milanello, continuano ad interrogarsi sulla provenienza dei soldi immessi dalla proprietà cinese sul mercato. Di seguito una serie di risposte alle diverse domande, come riportato dal Corriere della Sera.

C'è un tesoretto che spiega questo mercato di livello super

La premessa dalla quale partire è il ricordare che l'operazione d'acquisto della società A.C. Milan da parte del presidente Yonghong Li è un'operazione da circa un miliardo di euro. Certo, c'è anche un finanziamento da parte del fondo Elliott, quello da 180 milioni (serviti per arrivare al closing) al tasso dell' 11,5% e tasso al 7,7% per i 73 milioni rifinanziati con le bianche più 50 milioni emessi con un bond quotato alla Borsa di Vienna e destinato al calciomercato.

Insomma, 123 milioni su un fatturato di 200 (non la peggiore delle situazioni)

È questo il tesoretto da cui il Milan attinge ogni volta. Si prevede che, alla fine, tra acquisti e cessioni, il saldo netto sarà di 150 milioni, che però non vengono pagati tutti subito. Nel 2018-2019 il Milan ne dovrà pagare altri 50 e altri 50 nel 2019-2020.

Come? L’ingresso in Champions sarà fondamentale, perché solo da qui dovrebbero entrare 50 milioni all’anno. Che consentirebbero quindi di azzerare le perdite attuali in tre anni. Poi il Milan conta di aumentare i ricavi grazie alle potenzialità del mercato cinese, per cui è stata costituita la società Milan China. Il progetto di Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, prevede anche una spesa ridotta per le commissioni agli agenti nonché aumentare le vendite dei calciatori rispetto a quelle previste inizialmente: sono partiti Kucka (6 milioni), Lapadula (13 milioni) e sul piede di partenza ci sono altri come Bacca, Niang e Paletta.

Altro è il problema dei soldi in cassa, per i quali l’azionista ha già concesso un aumento di capitale di 60 milioni più (in caso di necessità) altri 60. La prima tranche di 22 è stata già versata. Il che ha evitato di intaccare il livello patrimoniale e di ricorrere ad altri debiti.

Conclusione? Se Fassone riuscirà a raggiungere i risultati previsti (tollerabile un altro anno senza Champions, due anni complicherebbero le cose) allora il progetto si amplierà sempre di più e guarderà a lungo termine, se i risultati non verranno raggiunti, nel peggiore dei casi, subentrerà il fondo Elliott che poi rivenderà ad altri una società dotata però di asset importanti, tra cui gli stessi calciatori acquistati in questa sessione di mercato.