La visita di Papa Francesco nelle Filippine lo scorso 18gennaio ha avuto un grande impatto mediatico, giacché il Pontefice argentino èstato accolto da oltre sette milioni di persone, superando perfino la visita diPapa Giovanni Paolo II negli anni ’90, quando gli accorsi all’evento furonopoco più di cinque milioni. Tra le varie scene toccanti, quella di una bambinascampata alla povertà, e probabilmente alla prostituzione minorile, che è scoppiata in lacrime mentre leggeva un messaggio dibenvenuto a Bergoglio. Ma a quanto pare il viaggio è stato anche moltopericoloso, e non solo per l’arrivo di un tifone che ha costretto il Papa adandare via anzitempo.
Bensì perché il gruppo terroristico Jemaah Islamiyah, cellula di Al Qaeda, stava preparando un attentato, poi non andato abuon fine.
Le rivelazioni
A riferirlo, durante un’audizione al Senato filippino, è statoil Capo della polizia Getulio Napenas, allontanato dal suo incarico a finegennaio. A progettarlo per conto di Jemaah Islamiyah, gruppo cheopera nel sud-est asiatico, sarebbe stato il malaysiano Marwan, il cuivero nome è Zulkifli bin Abdhir, poi ucciso in un blitz dalle forze specialifilippine il 25 gennaio. Secondo il racconto di Napenas, quest’ultimo avevaprogettato di far esplodere una bomba al passaggio del convoglio pontificio neipressi del parco Rizal. Punto non casuale: proprio qui si sono riuniti i 7 milioni difedeli che hanno assistito alla messa pontificia.
Bisogna anche aggiungere che il Capo della polizia non ha fornito dettagli sulla mancata attuazione del piano terroristico.
Governo smentisce, polizia gongola
Mentre il Governo filippino smentisce tutto, parlando diassenza di un rapporto e, al massimo, di un rischio irrilevante, la Polizia delPaese asiatico è più tiepida nell’esporsi, affermando, nella persona del direttoredelle forze speciali di polizia, che "Queste informazioni non sono state néconfermate né smentite dalla polizia filippina nazionale".
Ma al contempo neammette l’esistenza. Fatto sta che un blitz c’è stato, ed è stato un'autentica strage, che ha fatto perdere la vita, oltre al terroristasopracitato, a diversi ribelli e anche ad agenti e civili. Ciò ha portato alla rimozione di Napenas.
I precedenti
Ma, come riporta Il Fatto Quotidiano in un articolo del 9 febbraio 2015, sempre a Manila ci sono giàstati dei precedenti: il 27 novembre 1970 Paolo VI fu accoltellato daun pazzo, ma se la cavò con una ferita, un po’ di sanguinamento e tantospavento. Mentre negli anni ’90 Giovanni Paolo II ha rischiato di venire colpito dai proiettili di un'arma da fuoco e si salvò solo grazie ad un banale incendio che ne rallentò l’arrivo.