Solo la settimana scorsa si parlava di attacchi provenienti dalla Tunisia, ma la distanza tra quel Paese e la Sicilia era oltre la gittata dei missili in loro possesso. Dalla Libia potrebbe essere diverso, ma non troppo, considerando l'arsenale in possesso a quello che fu l'esercito libico di Gheddafi e tutte le altre armi a loro disposizione in procinto di passare agli jihadisti.

Sembrano accelerarsi gli eventi in Nordafrica dopo la decapitazione di 21 egiziani cristiani copti svolti con la solita drammatica cerimonia sulle spiagge bagnate dal Mediterraneo.

Sembra essere un avvertimento verso il nostro Paese, con la loro ostentazione di violenza minacciosa e le loro parole che fanno riferimento alla vicinanza geografica con le nostre coste. Ma è proprio così, specie quando si annunciano lanci di missili verso l'Italia e Roma? Possono davvero inviare testate da questa parte del Mediterraneo o la distanza è troppa per raggiungerci?

Analizziamo cosa c'è di vero. Il razzo vettore per testate tradizionali in possesso dell'esercito libico è il famigerato Scud. Ma Scud è una famiglia di missili russi in costruzione da una cinquantina di anni, che hanno varie potenze e portate. Il modello di questa famiglia di missili balistici tattici presenti il Libia è lo Scud-B, che ha la sigla R-17.

Leggendo le sue caratteristiche, notiamo che è lungo circa 11 metri, con 88 cm di diametro, pesa 5.900 kg, ha un motore a combustibile liquido, guida inerziale e gittata di 300 km massimi.

Con questi dati possiamo capire alcune cose. Innanzitutto che, essendo a combustibile liquido, ha bisogno un certo periodo di tempo per essere preparato, rifornito, e lanciato.

Più di un'ora, durante la quale tra intelligence, droni e satelliti spia ha moltissime probabilità di essere scoperto e distrutto in pochi minuti. Lo stesso dicasi per le sue dimensioni, compreso il mezzo che fa da rampa, molto visibile anch'esso dall'alto. Se poi dovesse comunque superare la fase di preparazione ed essere lanciato, avendo guida inerziale è poco più di una vecchia V2, con un controllo quasi nullo a parte la direzionalità della rampa.

Per questo la sua precisione è abbastanza scarsa se confrontata con i moderni sistemi d'arma. Inoltre esistono le difese anti-missile montate a terra e sulle navi militari che proprio per questo motivo sono presenti nel Mediterraneo.

Ma nella malaugurata ipotesi che questo vecchio missile riuscisse ad oltrepassare tutte le difese, dove potrebbe ricadere? Il calcolo è presto fatto. I jihadisti sono a Sirte che dista 450 km dal suolo italiano, per cui il razzo cadrebbe in mare a 150 km dalle nostre coste. Per questo non dobbiamo preoccuparci. Ancor meno ora che gli egiziani bombardano le zone in mano all'Isis ed in attesa che forze armate della Nato entrino in campo per annullare queste minacce.