Assieme a Parigi (già colpita più volte quest'anno) e Washington, Roma è il terzo obiettivo più volte dichiarato dell'Isis. Anzi, la capitale romana sembra essere seconda nel macabro ordine di preferenze dei terroristi. Ad alimentare la paura il fatto che nella città romana dal prossimo otto dicembre inizierà il Giubileo e per tutto l'anno santo sono previsti vari eventi religiosi che attireranno milioni di pellegrini e turisti (se ne prevedono ben sei milioni in arrivo). Ma oltre agli eventi religiosi, tanti altri eventi sono sotto i fari del Ministero degli interni, tra cui concerti ed eventi tradizionali sparsi per tutto il Paese.

Ad alimentare le preoccupazioni è l'allarme lanciato da un dossier di due giornali autorevoli: il New York Times e il Wall Street Journal. I quali hanno tracciato la nuova geografia dell'Isis e per l'Italia non ci sono buone notizie. Ecco perché.

Gli jihadisti controllano sempre più la Libia

Come noto, l'obiettivo degli jihadisti è quello di creare uno stato islamico che comprenda Siria, Iraq e Libia. Zone rese terreno fertile dall'abbattimento negli ultimi dodici anni di Saddam Hussein, Muhammar Gheddafi e dall'indebolimento di Assad. Pertanto, i terroristi sono avanzati in tutti questi paesi. Tuttavia, con un maggiore impegno militare in Siria all'indomani dei fatti di Parigi, i millantatori dell'Isis si vedono costretti a lasciare terreno in Siria, preferendo la Libia.

Paese nel caos e dove avanzano con pochi problemi. Arrivando così perfino a spostare la propria capitale, nonché base principale, dalla siriana Raqqa alla libica Sirte. E questa non è certo una buona notizia per l'Italia, giacché la regione di Sirte, situata nella zona orientale della Libia, si trova proprio di fronte alle nostre coste siciliane.

Ad oggi, i miliziani dell'Isis controllerebbero già oltre 250 chilometri di costa libica.

Gli effetti dell'avanzata in Libia

A Sirte gli uomini del Califfo sono oltre 5mila (numero che cresce costantemente per le adesioni anche occidentali), ma il controllo avviene anche attraverso l’azione degli “emiri” che impongono le leggi del Califfato e gestiscono le risorse.

Risorse che qui sono molte, si pensi a petrolio e gas. Fonte di guadagno per gli jihadisti. I quali ora punterebbero alla citta di Ajdabiya, un punto fortemente strategico per due motivi. Il primo riguarda il controllo dei campi e dei terminali petroliferi situati a sud della città. Il secondo, dello snodo da dove provengono buona parte degli immigrati che tentano disperatamente di approdare in Italia. Il che, come noto, pure è una notevole fonte di guadagno per gli estremisti islamici. Ed è inutile dire quali conseguenze avrebbe ciò per lo sbarco di nuovi clandestini sulle nostre coste.