C'era una volta la cortina di ferro. Il termine venne creato da Winston Churchill nell'immediato dopoguerra, per simboleggiare la divisione tra i due mondi, quello della NATO di influenza statunitense e quello del Patto di Varsavia, area di Stati "satelliti" dell'Unione Sovietica. La cortina di ferro venne costruita realmente al confine tra le due Germanie. Verrà smantellata nel 1989. Corsi e ricorsi storici, tutto ci si attendeva a quasi trent'anni di distanza tranne lo spettro di una nuova cortina tra gli Stati Uniti e la Russia post-comunista.

Il piano militare del Pentagono nell'Europa dell'est

Secondo la fonte autorevole del Wall Street Journal, il Pentagono starebbe preparando un piano che prevede il dislocamento di forze militari americane lungo il confine orientale della NATO. I Paesi interessati sono sei, le tre repubbliche baltiche che durante l'epoca della guerra fredda erano parte integrante dell'URSS e tre ex "satelliti" sovietici: Bulgaria, Romania e Polonia. Lo Stato maggiore dell'esercito americano sarebbe preoccupato danuove espansioni russe verso occidente, dopo l'intervento di Mosca in Ucraina. L'obiettivo è quello di una "presenza" indirizzzata a scoraggiare possibili minacce provenienti da est. Il progetto sarebbe alquanto dispendioso, si parla di uno stanziamento di quasi tre miliardi e mezzo di dollari per uno spiegamento massiccio di forze: oltre 4.200 militari dotati di carri armati e veicoli corazzati.

Mosca: 'Presenza ingiustificata'

Il governo russo si dichiara "tranquillo". Il rappresentante della Russia presso la NATO, Aleksandr Grushko, ha parlato di "una presenza rafforzata ingiustificata", aggiungendo che Mosca "non resterà passiva" e compenserà la presenza americana con "una risposta efficace e non troppo costosa".

Il piano statunitense, che dovrebbe partire nei primi mesi del prossimo anno, lascia alquanto perplessi. L'amministrazione Obama ha dato segnali di distensione verso "nemici storici" come Cuba ed Iran ma ha faticato ad incassare alcune mosse di Vladimir Putin, come il citato intervento nella crisi dell'Ucraina orientale o quello attuale in Siria, dove in fin dei conti la presenza delle forze militari russe al fianco del presidente siriano Assad resta finora l'unica mossa concreta ed efficace contro lo Stato Islamico.

La "patata bollente" sarà lasciata in eredità alla nuova amministrazione della Casa Bianca ma in ogni caso tutto lascia presagire ad una conferma. Un presidente democratico sarebbe coerente con il predecessore, compagno di partito. Non ci aspettiamo certamente un dietrofront nel caso di una presidenza repubblicana e considerato che il candidato in odore di nomination resta Donald Trump ...abbiamo detto tutto.