Roberta Mamusa non riesce a digerire il modo in cui si sono concluse le indagini sulla morte del figlio, avvenuta il 18 aprile 2011. La madre di Manuel Piredda, ritenuto responsabile dell'incendio in cui è morto ed è rimasta sfigurata sua moglie, Valentina Pitzalis, chiede a gran voce la riapertura del caso.

Perché la morte di Manuel?

Un piccolo dettaglio in una dinamica "controcorrente" rispetto a come dovrebbe andare per chi vuole aggredire con il cherosene: Manuel morto, Valentina ustionata e sfigurata come se avesse subito un ritorno di fiamma.

L'aggressore, dunque, sembra essere rimasto vittima del suo tranello, e questa è la tesi sempre sostenuta da Valentina. Manuel Piredda venne ritrovato senza vita e in posizione fetale, il corpo interamente carbonizzato e quasi irriconoscibile. Valentina chiese agli inquirenti: "siete sicuri che sia lui?".

Tra le prime domande poste dalla famiglia del giovane spunta proprio il quesito su questo paradosso: Manuel muore, vittima dell'aggressione che ha posto in essere ai danni di Valentina. Lei miracolosamente sopravvive e, per certi versi, questo epilogo sembra inspiegabile.

L'abito da sposa e quelle lettere fuori dal comune

La storia di Valentina e Manuel, raccontata dalla stessa protagonista in televisione, sembra un concentrato di privazioni e soprusi.

Una ragazza che sposa il suo amore e si ritrova ben presto imbrigliata in una gabbia da cui dover uscire. Lui troppo geloso, iperprotettivo e maniaco del controllo sulla moglie: la chiude in casa, si impossessa delle sue chiavi e del cellulare, posiziona una scrivania davanti alla porta per non farla uscire dalla camera da letto.

Questo è quanto raccontato dalla sopravvissuta, ma Roberta Mamusa si oppone.

Secondo la madre di Manuel, infatti, Valentina è sfigurata perché, in realtà, è stata lei a lanciare il cherosene sul marito. Quella raccontata dalla madre del ragazzo è tutta un'altra versione della vicenda. Manuel si innamora di Valentina; la sposa con un rito "fuori dal comune", come le lettere che la donna gli indirizza.

La Pitzalis ha un abito nuziale particolare: nero con dietro due grandi ali.

Roberta Mamusa è sconvolta alla visione di Manuel che, di lì a poco, sposerà una persona cresciuta a pane e bare, con la passione per il dark e una malcelata strizzatina d'occhio all'autolesionismo. Questa sfumatura "oscura" del carattere di Valentina Pitzalis emerge anche dalle lettere che la madre di Manuel ha trovato e pubblicato sulla pagina Facebook "Verità e giustizia per Manuel". Si tratta di una corrispondenza epistolare firmata dalla Pitzalis, nella quale alcune frasi rivolte al Piredda suonano scioccanti: "Vorrei morire. Perché non l'abbiamo fatto quel maledetto giorno? Perché non abbiamo messo fine a tutto questo?

Sarà sempre peggio".

In tutte le missive, la donna fa un richiamo più o meno velato al suicidio, alla fine di una vita considerata "una merda". La donna ha più volte tentato di giustificare queste agghiaccianti parole con uno stato giovanile di agitazione, poi ridimensionato e del tutto scomparso con la maturità.

Infine quella scrivania. La scrivania che, nel flashback di Valentina, Manuel spostava ogni sera per posizionarla davanti alla porta della camera da letto. Era praticamente fissa e impossibile da spostare, per il suo carico di libri e ripiani stracolmi. Una collezione di dettagli che, uniti alla nebulosa dinamica di quella sera del 2011 in cui Manuel morì, portano inevitabilmente la famiglia dell'uomo a chiedere che vengano approfonditi alcuni enigmatici particolari della vicenda. Dal canto suo Valentina si dice tranquilla, nonostante l'ennesimo esposto della Mamusa alla procura di Cagliari per la riapertura delle indagini.