Le notizie di cronaca sulla tragedia avvenuta all'hotel Rigopiano di Farindola, nel pescarese, investito inesorabilmente da una valanga nel pomeriggio di ieri 18 gennaio, continuano a registrare il silenzio delle quasi trenta vittime intrappolate al suo interno. La slavina sarebbe stata scatenata dalle scosse di terremoto che si sono registrate in Abruzzo dove, insieme al gelo e alla neve che prosegue imperterrita a cadere, stanno creando enormi inconvenienti alla operazioni di soccorso che tentano di mettere in salvo gli abitanti del luogo. Il primo allarme è arrivato dal cuoco dell'albergo e la notizia sarebbe stata confermata da Antonio Di Marco, presidente della provincia Pescara, sul social Facebook.

I soccorsi sembrano essere stati immediati da parte degli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino Speleologico che, dietro a una turbina spazzaneve hanno tentato di raggiungere il posto per dare i primi aiuti.

Terremoto e neve contro i soccorsi

Spesso le località colpite da catastrofi naturali, in primis i terremoti, non sono immediatamente raggiungibili causa gli ostacoli che possono presentarsi lungo il percorso; slavine, tronchi, detriti e l'abbondante neve, rallentano in maniera considerevole l'arrivo ai luoghi più colpiti. Così è avvenuto nella zona del Gran Sasso, all'Hotel Rigopiano di Farindola, posizionato in una zona naturale della montagna con vista sul mare a 1200 metri di quota.

Tutti i telefoni, compresi cellulari, sono risultati muti e l'ultimo post della struttura su Facebook, prima della tragedia dovuta probabilmente a causa delle forti scosse telluriche, è stato il seguente: "causa maltempo le linee telefoniche sono fuori servizio! Siete invitati a contattarci via mail", poi il silenzio quando la neve ha intrappolato nella morsa del gelo una ventina di ospiti; fra questi due bambini e circa dieci dipendenti dell'albergo.

L'Italia flagellata da maltempo e terremoti

Appena ricevuta la notizia, i soccorsi si sono apprestati da Pescara e Penne a raggiungere la località di Farindola, nell'albergo colpito dalla valanga. La massa di neve è stata talmente grande e violenta, da riuscire a spostare la struttura alberghiera di circa dieci metri sommergendola quasi interamente.

Finora sono state rinvenute dai soccorsi due persone morte e un superstite, Giampiero Parete, cuoco in vacanza presso la struttura devastata dalla valanga, salvatosi perché andato verso l'auto nel momento della tragedia; insieme a lui il manutentore dell'albergo scampato alla morte. Giampiero Parete avrebbe raccontato a un amico "ho perso tutto", dei miei due bambini, Ludovica e Gianfilippo, e di mia moglie Adriana non si sa ancora niente. Il 'fato' avrebbe bloccato, all'interno della struttura, gli ospiti che avevano già pagato il conto e preparato le valigie per tornare alle proprie residenze. Oggi, come fantasmi sotto la neve, nemmeno i cani riescono a rivelarne la presenza e malgrado tutto, la speranza dei soccorritori e di trovarli ancora in vita.