Si aiutano tra loro gli allevatori in trincea, quelli che non hanno abbondonato gli animali e sono ancora qui a combattere per la sopravvivenza loro e del loro bestiame. Gianni Domenico ha 50 mucche assommati a pochi chilometri d’Amatrice, con il suo trattore è andato ad aiutare l’amico dell’azienda vicina ed è rimasto bloccato per 24 ore nella stalla senza poter uscire. A Macereto, frazione di Pieve Torina nel Maceratese, a mille metri di altezza c’è l’azienda di famiglia di Marco Scolastici, 28 anni. Ha 60 asini e 200 pecore. Solo oggi, munito di ciaspole, è riuscito a raggiungere il suo allevamento dopo tre giorni di neve, gelo e isolamento.

“Gli animali sono infreddoliti, bagnati e impauriti. E sono tre giorni che non mangiano e non bevono, quindi stanno mangiando la neve per salvarsi ma dobbiamo assolutamente trovare una soluzione in breve”.

La situazione drammatica per gli animali e gli allevatori

Non è solo la tragedia degli uomini quella di questo Terremoto senza fine al quale si è aggiunta la neve. Ci sono migliaia di cani, asini, mucche, pecore in stalle inagibili già da fine agosto, isolati e senza cibo da giorni. In Abruzzo, nelle Marche e nel Lazio sono circa 3000 le aziende agricole coinvolte. Alcune stalle sono crollate, molti animali sono rimasti sotto le macerie o stanno morendo per il freddo. Solo nelle zone terremotate delle Marche sarebbero 600 le mucche e 5000 le pecore che non hanno un tetto.

Inevitabili disagi per tutta l'Italia

Gli animali qui sono la linfa produttiva di queste regioni ferite, per questo gli allevatori non hanno voluto abbandonarli. Da mesi aspettano le tensostrutture o ricoveri provvisori per il bestiame. Ma solo il 15% sono già stati completati. In molti casi non hanno potuto portare il mangime ai loro animali o non sono riusciti a raggiungere queste frazioni dove la neve ha bloccato le strade.

Coldiretti calcola che la produzione del latte è crollata di oltre 50%. E poi c’è il problema dei blackout elettrici che impediscono la mungitura e la trasformazione del latte. “Una nuova strage di animali in un territorio a prevalente economia agricola, con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini molti dei quali costretti al freddo" – conferma Coldiretti. La stima dei danni supera 300 milioni di euro. La situazione è drammatica anche per questi allevatori che convivono con la paura ma non possono fare altro che resistere e chiedere aiuto.