Ecco il preoccupante fenomeno del momento: farsi autoscatti ad altezze vertiginose, oppure a ridosso di un treno in corsa, o ancora riprendendosi mentre si affronta un pericolo di qualsiasi genere. Queste sono le morti 2.0, quelle morti che non riescono a trovare un senso, nemmeno tra il popolo young di Facebook. Pericoli che vale la pena affrontare, proprio perché, dopo averli scampati, ti fanno consacrare come il vincitore del giorno, ti fanno acquisire prestigio e fama tra i tuoi pari e, in meno di un attimo, ti fanno fare il giro del mondo, grazie ai mi piace, alle visualizzazioni del popolo web e alle condivisioni.

Ma come reagire a questo nuovo fenomeno sempre in aumento? La Polfer denuncia un vertiginoso aumento di questi incidenti nelle stazioni italiane, in particolare, per imprudenze, che molto spesso sono costate la vita soprattutto a giovani adolescenti. Lungo i binari, si sono verificate già in un anno 72 morti, la maggior parte per distrazioni futili o ancor peggio per gare di selfie finite male, dove la parola d'ordine è il rischio.

Quali misure si possono adottare per ridurre queste morti 2.0?

Quali sono i mezzi e le precauzioni per dire un chiaro NO a queste morti inutili? Per quanto riguarda la sicurezza nelle stazioni, la Polfer ha pronto un piano aspro, fatto di multe salate a chiunque venga sorpreso in spazi vietati lungo i binari.

Anche le telecamere dovranno essere potenziate, soprattutto negli spazi più isolati della rete ferroviaria. Solo con un intervento immediato si riusciranno a tenere sotto controllo queste drammatiche casistiche.

Quali agenti di socializzazione possono intervenire per attuare un' educazione delle reti sociali?

Per quanto riguarda il lavoro quotidiano di precauzione e informazione, indispensabile è il ruolo della famiglia e della scuola: assieme dovranno lavorare per far conoscere agli adolescenti tutte le potenzialità sia positive che negative del web.

Dovranno divenire così una vera guida per il ragazzo che sappia affiancarlo nelle conoscenza dei social, tentando di fargli riconoscere quell'invisibile linea di demarcazione che c'è tra la vita reale quella virtuale.