Finalmente non dobbiamo riportare una brutta notizia. Già, perché se nelle scorse ore vi abbiamo raccontato il brutto episodio avvenuto a Modena dove sono state diffuse centinaia di foto e video di ragazzine nude tramite Whatsapp, quella del bambino farfalla è sicuramente una di quelle news che farà felici tutti, perché in modo indiretto riguarda anche l'Italia e in particolare la ricerca italiana. A prescindere da questo, comunque, la storia di Hassan, 'bambino farfalla' siriano di nove anni, è pur sempre una vicenda straordinaria.
La ricerca italiana salva il bambino farfalla: trapiantato l'80% di pelle
Hassan è bambino di nove anni, che adesso può andare a scuola e giocare a pallone. Sembrano tutte cose banali ovviamente, che qualunque bambino di quella età può fare e fa senza alcun problema. Non è il caso dei bambini farfalla però, chiamati così perché la loro pelle diventa fragile come le ali di una farfalla a causa di una malattia genetica definita epidermolisi bollosa. É evidente che in uno stato di questo tipo, tutto quello che ci appariva banale fino a qualche riga fa, adesso si comprende quanto sia stato fatto un grande passo in avanti per il bimbo.
L'intervento è avvenuto in Germania, ma la pelle è stata rigenerata in Italia dal gruppo di Michele De Luca, Università di Modena e Reggio Emilia.
Il bambino farfalla era in uno stato piuttosto preoccupante come dichiarato dallo stesso De Luca: 'Aveva una grave forma di epidermolisi bollosa definita giunzionale e aveva perso l'80% della pelle. Era praticamente in fin di vita e in coma farmacologico'. Il via libera sarebbe arrivato dalla Germania nel settembre del 2015 e adesso il bimbo di origine siriana vive tranquillamente assieme alla sua famiglia ed è in una condizione stabile.
Come è stato effettuato il trapianto di Hassan?
Per effettuare il trapianto sono state utilizzate le cellule prelevate da un'area del corpo del bambino che non risultava intaccata dalla malattia. All'interno di queste è stata trasferita la forma sana del gene Lamb3 che, se alterato, scatena proprio la bruttissima malattia. Il lavoro si è fatto in modo da ottenere la parte estrema della pelle di una grandezza compresa tra 50 e 150 centimetri quadrati, che sono stati trapiantati attraverso due interventi effettuati a ottobre e novembre del 2015.
Una storia terminata assolutamente a lieto fine che conferma quanto gli studi scientifici effettuati nelle Università italiane siano fondamentali. Ci sentiamo di dire grazie a chi fa questo splendido lavoro.
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