L'hikikomori è un fenomeno di complicata comprensione, soprattutto perché le cause e le motivazioni che possono portare a fare una scelta di questo tipo non sono così chiare. Fatto sta che il fenomeno, mentre le attenzioni sono rivolte tutte al calcio o ad argomenti più futili, è in aumento anche in Italia e i numeri devono cominciare a farci preoccupare. La sindrome degli hikikomori consiste in una chiusura in casa, e probabilmente in sé stessi, per anni. Anni in cui queste persone, nella maggior parte dei casi adolescenti, si isolano dal resto del mondo.

Una sorta di reclusione voluta, ma che probabilmente nasconde diversi problemi della persona.

Il fenomeno degli "Hikikomori": l'isolamento sociale di giovani tra i 14 e 25 anni

Letteralmente il fenomeno dell'hikikomori potrebbe essere tradotto proprio con la parola "isolarsi", la sua origine è giapponese ma ormai è diffuso in tutto il mondo e viene utilizzato per indicare alcuni soggetti che, volontariamente, si isolano nella propria abitazione, sostituendo l'interazione sociale con quella mediata dal computer e dedicandosi quasi completamente ai videogiochi, ai manga e alle sempre più incalzanti serie tv. E questo fenomeno dura per anni, a volte per sempre, ed evidentemente porta ad una progressiva perdita delle capacità sociali e comunicative.

Hikikomori in Italia: i casi sono in aumento, circa 70.000 soggetti coinvolti?

Secondo alcuni dati non ufficiali e come riportato da Fanpage.it, i casi di hikikomori in Italia sono in continuo aumento, spesso coincidono con l'abbandono scolastico e si stimano circa 70.000 soggetti affetti da tale sindrome. Lo stesso sito è riuscito a parlare con alcuni ragazzi intervistandoli, ovviamente tramite Skype.

Un ragazzo hikikomori, per esempio, ha raccontato di non uscire dalla sua camera da sette anni e di conseguenza di non andare più a scuola. Ha raccontato pure di avere una fidanzata, conosciuta online ma, allo stesso tempo, di non avere curiosità verso il mondo esterno.

Secondo lo psicoterapeuta dell'Istituto Minotauro di Milano Antonio Piotti, la difficoltà degli hikikomori sta nel presentare il proprio corpo agli altri, non nel senso fisico, ma proprio dell'immagine che ognuno ha di sé.

Spesso questi ragazzi, infatti, non riescono a convivere col mondo odierno, si separano e trovano il proprio spazio in cui muoversi liberamente. Evidentemente questo spazio è la loro camera, il computer e soprattutto Internet. In Italia il fenomeno sta crescendo e non va assolutamente sottovalutato, tant'è vero che stanno nascendo diverse comunità di accoglienza come il sito "Hikikomori Italia", che cerca di dare un sostegno a chi prende consapevolezza di avere un problema e trova il coraggio di rivolgersi a loro. E purtroppo non sono ancora in molti.

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