I leader israeliani hanno attaccato il recente disegno di legge approvato dalla camera bassa, in Polonia, secondo cui sarebbe illegale incolpare i polacchi per i crimini dell'Olocausto. Secondo i detrattori della normativa, questa negherebbe apertamente il giorno della commemorazione. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito "infondata" la legge proposta, e ha ordinato all'ambasciatore del suo paese di incontrare i leader polacchi per esprimere la sua forte opposizione. "Non si può cambiare la storia, e l'Olocausto non può essere negato", ha detto.

Venerdì la camera bassa del parlamento polacco ha approvato il disegno di legge, che prescrive il carcere a chi userà espressioni come "campi di sterminio polacchi" per riferirsi ai luoghi di morte introdotti dalla Germania nazista, operanti nella Polonia occupata durante la seconda guerra mondiale. Molti polacchi temono che queste affermazioni facciano trarre delle conclusioni errate alle persone, che potrebbero dedurre che la Polonia abbia avuto un ruolo nella gestione dei campi. Tuttavia, i critici dicono che la legislazione potrebbe ostacolare il dibattito sulla storia, danneggiando così la libertà di espressione e aprendo la strada alla negazione dell'Olocausto stesso.

Il disegno di legge necessita ancora di approvazione da parte del Senato e del presidente, ma segna un passo drammatico del governo di destra della Polonia.

Quest'ultimo, infatti, prende di mira chiunque tenti di minare la sua posizione, secondo cui i polacchi sono stati degli eroi durante la guerra, non collaboratori di nazisti che commisero crimini atroci.

Le reazioni contrarie alla bozza di legge

Il governo di Netanyahu ha sempre goduto di buoni rapporti con la Polonia, che ha recentemente votato con Israele nelle organizzazioni internazionali.

Tuttavia, la notte scorsa ad Auschwitz, l'ambasciatrice israeliana, Anna Azari, ha abbandonato il dibattito e ha criticato il disegno di legge, dichiarando: "Tutti in Israele sono disgustati da questa notizia".

Il presidente dello Stato d'Israele Reuven Rivlin, osservando che sono passati esattamente 73 anni da quando il campo di sterminio di Auschwitz è stato liberato in Polonia, ha citato le parole di un ex presidente polacco su come la storia non possa essere falsificata e la verità non vada tenuta nascosta.

"Il popolo ebraico, lo Stato di Israele e il mondo intero devono garantire che l'Olocausto sia riconosciuto per i suoi orrori e le atrocità - ha detto Rivlin - Anche tra il popolo polacco c'erano quelli che aiutarono i nazisti nei loro crimini. Ogni crimine, ogni reato, deve essere condannato. Devono essere esaminati e rivelati".

L'Ente nazionale per la Memoria della Shoah, Yad Vashem, ha rilasciato una dichiarazione sabato sera contro la legislazione polacca, cercando di inserire nel contesto storico la "verità complessa" sull'atteggiamento della popolazione polacca nei confronti dei suoi ebrei.

"Non c'è dubbio che il termine campi di sterminio polacchi sia un travisamento storico - riporta il comunicato - Tuttavia, le restrizioni sulle dichiarazioni degli studiosi e di altri sulla complicità diretta o indiretta del popolo polacco con i crimini commessi sulla loro terra durante l'Olocausto, sono una grave distorsione".