Nostra intervista esclusiva per Blasting News. La letteratura oggi? Tra manierismo diffuso e convenzionalismo culturale in Italia, ascoltiamo la scrittrice e criminologa Mary Blindflowers o Maria Antonietta Pinna, originaria della Sardegna, per molti anni a Roma, da qualche tempo a Londra. È una scrittrice e saggista, autrice di diversi Libri (tra essi anche il saggio Picacismo Simbolico per Bastogi, più recentemente libri per NETtarget e che da tempo promuove l'avanguardia letteraria cosiddetta destrutturalista, il ritorno di certa parola sperimentale di matrice suurealista e situazionista, anche particolarmente corrosiva.

I libri nuovi della scrittrice

D- Mary Blindflowers (o M. A. Pinna), scrittrice e criminologa, un selfie letterario complessivo?

R- Per l'anno che viene, dopo Memorie straordinarie di un libro vivente, Cucina di rabbia e poesia, Il filo conduttore e I Gelsi neri, ho in preparazione diversi libri tra teatro, saggistica, poesia e narrativa con Nettarget, coraggioso editore controculturale. Di imminente uscita Utensili sparsi un libro scritto in collaborazione con Fremmy. Abbiamo già preparato la copertina in cui ci sarà un mio dipinto, olio su tela 90x90, che ha lo stesso titolo del libro. Le liriche del testo si inseriscono nel libero gioco della dinamica destrutturalista. Il termine “utensili” sta per un particolare tipo di umanità robotizzata, ridotta appunto al livello di puro strumento.

Poi nascerà Il nano alto, revisionato da Cosimo Dino-Guida. Si tratta di un testo teatrale in cui i personaggi si agitano attorno ad un concetto chiave, “il subnullismo”. Ne ho parlato in un articolo censurato da un noto blog letterario con cui ho chiuso i rapporti. Gli amministratori del blog hanno ritenuto opportuno non accettare un articolo che proponeva un termine coniato da una Mary Blindflowers qualsiasi, senza nessuna autorità accademica.

Ho riproposto l'articolo nel blog Destrutturalismo e altro. Chiunque può leggerlo.

L'Italia e la casta culturale

Mary, la cultura in Italia, creativa ma anche in grave regressione mistificazione?

Ci si confonde, spesso. Si pensa che chiunque scriva un libro faccia “cultura”. Non è esattamente così. Curiosi corsi a pagamento di scrittura “creativa” in cui insegnano a mettere i puntini sulle ipsilon e ad ungere l'editor-maestro di turno per ottenere una pubblicazione.

Business piaggeria. Improvvisate recensioni di pseudo-intellettualetti feriti compaiono su siti di vendita dei libri. Chiunque abbia del rancore verso uno scrittore può lanciare commenti negativi e non motivati da critica robusta, in assoluta libertà e soprattutto in completo anonimato. Mediocri ruggini. L'inaccessibilità dei grandi gruppi per chi non è presentato da qualcuno che conta. Privilegio. L'etichetta di poeta, scrittore, narratore che molti si auto-appioppano, come se fosse un marchio di fabbrica da esibire agli amici. Vanità. E poi i soliti figli di che pubblicano perché sono figli di... Nepotismo. Stallo completo direi nella stalla Italia. Niente di nuovo, è la solita vecchia storia di sempre.