Da nuovi riscontri avuti conLucrezia Giordano, storica dell'Arte fiorentinaattualmente 'spalla destra' dell'organizzatore del movimentoSave Sammezzano, Francesco Esposito, si rinnova l'articolo che parla del Castello di SammezzanopressoLeccio, in provincia di Firenze. La storia racconta che nell'attuale Castello (ai tempi fortezza medievale), trovò ristoro nel IX secolo Carlo Magno. Con il passare del tempo il Castello diventò proprietà di nobili caste fiorentine: gli Altoviti, i Gualtieri, la famiglia de' Medici, fino a essere ereditato dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, che modificò la struttura preesistente adeguandosi alla corrente dell'orientalismo che si diffuse in Europa e che prese campo a Firenze a metà '800.

Egli stesso lavorò in qualità di architetto, finanziando la costruzione delle sale del suo Castello per circa quarant'anni, proponendo all'interno delle sale quell'impronta islamica tratta dai libri d'arte e di architettura esotica, che collezionava nella sua ricchissima biblioteca.

Nascita ed evoluzione del movimento

Nel 1970, dopo l'acquisto della società di Sammezzano S.p.A, il Castello fu adibito a ristorante e ad albergo di lusso, ma fallì vent'anni più tardi facendolo andare all'asta. Nel 1999 fu acquistato dauna società italo-inglese che vedeva nel Castellouna risorsa importante dettata dal suo recupero. Questa società ha permesso a un comitato no profit (FPXA), di poter aprire al pubblico il Castello per 2/3 volte l'anno; l'ultima visita risale al settembre del 2015 e attualmente la proprietà è andata ancora all'asta.

A quest'abbandono si è opposto Francesco Esposito, lanciando una provocatoria raccolta fondi nel più noto sito di Crowdfounding del mondo "Kickstarter": obiettivo, l'acquisto del Castello. Il buon intento è stato vano, ma da questo 'gesto'è nato il movimentoSave Sammezzano costituito oggi da una trentina di persone tra cui avvocati, architetti, storici dell'arte, grafici e tantissimi altri che giornalmente si adoperano per raccontare la 'vita' del Castello, sensibilizzando le persone affinché tutti siano interessati alla sua tutela.

Che cosa chiede il Movimento

Il MovimentoSave Sammezzano ha lanciato una petizione su Change.org, creato una pagina su Facebook, un profilo Twitter e quello su Instagram; con questi social si mantiene giornalmente in contatto con i giornali, le radio, le Istituzioni e i personaggi dello spettacolo per evidenziare la causa e rimettere in luce la meravigliosa storia di quest'antico Castello.La certezza e l'auspicio del Movimento è che questa campagna possa essere vinta grazie all'impegno di tutti i firmatari e alla richiesta rivolta alle Istituzioni.

Queste dovrebbero intervenire assicurandone il bene e l'assoluta difesa, garantendo l'accesso del pubblico al Castello e l'ingresso all'immenso parco dove si ergono maestosi cinquantasette esemplari di sequoie adulte alte 35 metri che, insieme alla "gemella" di 50 metri, fanno parte dei "150 alberi di eccezionale valore ambientale e monumentale" dei beni d'Italia. La prossima asta sembrerebbeindetta per marzo 2016 e solo allora vedremo l'efficacia che ha riscontrato questa lunga petizione sociale, mettendoci al corrente sulla sorte del Castello di Sammezzano. Noi ci auguriamo possa ancora e per sempre risplendere, nel suo amato paese di Leccio.

Questo articolo è stato reso possibile grazie alla gentile collaborazione di Lucrezia Giordano (Storica dell'Arte fiorentina).