Ormai manca davvero poco al referendum in Grecia previsto per domenica 5 Luglio, oggi le due fazioni contrapposte, quella del SI e quella del No scenderanno in piazza ed inoltre si pronuncerà anche l'Alta Corte greca riguardo la costituzionalità del referendum. Intanto il premier Alexis Tsipras ha dichiarato: "Se dovesse vincere il sì, io mi dimetterò". L'inviato del TG5 ad Atene, Luigi De Biase, ha riferito il quadro completo della situazione attuale. Il giornalista ha detto che Tsipras ha assicurato un accordo con l'Europa entro 48 ore dopo l'esito del referendum, qualunque esso sia.

Probabilmente il premier greco vede il risultato di questo voto come una tappa importante, per una prossima intesa con l'Unione Europea ed i creditori stranieri. Oggi pomeriggio Tsipras sarà presente a Piazza Syntagma, per parlare nuovamente alla nazione, in quello che è divenuto il centro principale di questa campagna referendaria. La stessa cosa farà la fazione del SI. 

Referendum: sarà davvero la soluzione?

Il Consiglio d'Europa è stato molto prevenuto riguardo il come è stato bandito tale referendum, secondo il Fondo Monetario Internazionale, serviranno ben 50 miliardi di euro per risanare la più che mai critica condizione economica del paese. L'agenzia di rating Standard and Poor's ha invece previsto un costo di 11 miliardi per l'Italia, nel caso in cui la Grecia esca dalla Zona Euro.

Nuovi finanziamenti per lo stato ellenico? L'Europa tenderà di nuovo una mano ad Atene? Questi 50 miliardi sono comunque necessari per far fronte al suo debito pubblico ed anche il ministro dell'economia greco Varoufakis è della stessa idea di Tsipras: "Se vince il sì me ne vado subito".

FMI, dati alla mano e le ripercussioni sull'Italia

I nuovi finanziamenti per la Grecia dovrebbero andare avanti fino al 2018, intanto il Fondo Monetario ha sommato ai 16 miliardi di debiti in scadenza questa estate, altri 36 di fabbisogno.

Gli aiuti potranno venire fuori solo da un nuovo piano di salvataggio, che sarebbe il terzo. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha fatto sapere: "Se vincono i NO, le trattative saranno molto difficili". Almeno su un punto però Varoufakis e FMI sono d'accordo: il debito della Grecia è insostenibile ed andrebbe almeno alleggerito, allungando il periodo di sospensione rimborsi e la durata complessiva.

Lo stallo delle trattative ed il blocco dei capitali stanno già frenando le importazioni, le esportazioni e le prenotazioni turistiche per questa stagione estiva. Dopo gli ultimi dati dell' agenzia Standard and Poor's che ne sarà dell'Italia? Il nostro stato ha infatti il secondo debito pubblico più alto d'Europa in rapporto con il Pil dopo quello greco e, come già detto, l'uscita della Grecia dall'Eurozona, sarebbe deleteria anche per noi.

Le riforme e la loro presunta utilità

L'economista e governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha affermato che solo le riforme potrebbero aiutarci a fronteggiare il periodo turbolento, che sta passando al momento l'Unione Europea. Anche il ministro dell'Economia Padoan è della stessa idea: solo attraverso le riforme ed alle più solide condizioni dei conti pubblici, l'Italia può essere pronta a respingere l'onda d'urto di un'eventuale Grexit