La buona notizia è che l'esborso per lo stato italiano, nella ricapitalizzazione di mps, potrebbe ridursi al di sotto degli 8,8 miliardi richiesti dalla vigilanza europea. Ci sono tuttavia una serie di vincoli per consentire l'approvazione di un piano industriale con fabbisogno di capitale minore, tra i quali significativi aumenti nel numero degli esuberi che potrebbe passare da 2600 a 5000 unità.

Cruciale anche il nodo delle perdite sulla dismissione dei NPL e sul carattere delle perdite.

La trattativa in corso

Ad oggi per ottenere il via libera al nuovo piano industriale è necessario raggiungere un accordo tra BCE e Commissione Europea.

Sulla base delle indiscrezioni diffuse dal Corriere della Sera, ci sarebbe un sostanziale accordo sulla possibilità di ridurre l'impegno economico del governo rispetto al livello di 8,8 miliardi inizialmente ipotizzato dalla vigilanza della Banca Centrale.

Al fine di approvare il nuovo piano industriale sono tuttavia state richieste riduzioni nei costi e nel personale più incisive. Il piano di MPS prevedeva l'esubero di 2600 dipendenti, in aggiunta ai 5000 che sono usciti negli scorsi anni. La trattativa ad oggi in corso sarebbe basata su una richiesta di ulteriori tagli al personale per 5000 unità. Il rigore richiesto nel processo di ristrutturazione costituisce un requisito fondamentale, richiesto dalla commissione europea per autorizzare l'impiego di fondi pubblici nell'istituto e garantirne la continuità aziendale.

Il compromesso più recente

MPS costituirà un precedente fondamentale per la gestione di crisi future ed è per questo che è così delicato cercare un equilibrio tra le istanze della vigilanza BCE, interessata a fare in modo che il capitale dell'istituto si mantenga a livelli adeguati e quelle dalla direzione concorrenza UE, che invece deve monitorare l'entità dei sussidi pubblici forniti agli operatori di mercato.

Il nodo di qualunque accordo tra le due istituzioni si basa sul passaggio della normativa che prevede che gli interventi del governo possano avvenire in circostanze di crisi ma non devono coprire perdite già "sostenute o prevedibili."

Il lavoro più delicato risulta pertanto la quantificazione delle perdite, con particolare riferimento a quelle derivanti dalla dismissione dei NPL.

Solo quando sarà raggiunto un accordo si potrà procedere con la ricapitalizzazione precauzionale. Al termine del processo, stanti i rilevanti interventi sulla riduzione dei costi nel piano industriale, i requisiti patrimoniali richiesti per MPS potranno essere sensibilmente inferiori a quanto ipotizzato in precedenza.