I 'quota 96' non ce la fanno più e non hanno solo una ragione da spendere, ma infinite ragioni per quello che sta apparendo come un 'teatrino farsesco dell'estate 2014'. Prima l'illusione della buona notizia dell'emendamento che sarebbe stato incluso (sul filo di lana) al decreto della Pubblica Amministrazione; ora, la profonda delusione per i continui rinvii per l'approvazione, ultimo dei quali quello previsto per martedì prossimo, 22 luglio (come direbbe Nino Manfredi, 'fusse che fusse a vvorta bona'?)



Miur, scuola, la rivolta dei 'quota 96' contro le ingiustizie

I 'quota 96' hanno esternato la propria rabbia attraverso una lettera-sfogo, all'interno della quale si condanna anche il tentativo finale da parte del Governo di danneggiare la categoria attraverso il calcolo dei contributi degli ultimi due anni e il posticipo della liquidazione relativa al TFR.

'Andate in pensione ma prenderete il TFR (TFS) quando vi sarebbe spettato se non avreste rotto le scatole' è l'urlo dei 'quota 96' esasperati dalle forti penalizzazioni che pesano più che mai. Il timore è quello di prendere la 'buonuscita' addirittura nel 2021, ben nove anni dopo quella che doveva essere l'uscita dal lavoro se non fosse stata approvata la riforma montiana. 



Miur, scuola, i 'quota 96' sfogano la propria rabbia contro lo Stato

Sono passati tre anni pieni zeppi di interrogazioni, di presidi, di interrogazioni e risoluzioni parlamentari, ma fino alla fine continuano gli effetti malefici su tutti coloro che hanno la sola colpa di essere nati dal 1 gennaio del 1952. La loro rabbia è giunta al culmine: è l'Italia degli scandali, delle vendette dell'Inps e della Ragioneria dello Stato, dei ricatti sottaciuti come quello del pagamento di un 'piccolo pizzo' (la chiamano 'flessibilità) per chi chiede di andare in pensione prima dei 67 anni.
Lo Stato viene accusato di non tenere in considerazione il lavoro usurante delle maestre che oltre i 60 anni devono far crescere un bambino di 3 anni, sviluppare le sue potenzialità e farlo crescere intellettivamente.


Infine gli interrogativi più 'inquietanti', quelli che non trovano risposta o forse sarebbe meglio non conoscerla:
'I quattrocentotrenta milioni previsti a cosa servono? Le eventuali 4 mila assunzioni in sostituzione dei pensionandi quanto costano? - gridano i 'quota 96' - Se il TFR/TFS viene erogato alle scadenze “naturali” e quindi non ci sono spese aggiuntive, a chi verrano destinati, forse ai parlamentari che in questi anni hanno sprecato il loro tempo a trovare soluzioni improbabili?

Parole dure di chi ormai ha indurito il proprio cuore come se si fosse trasformato in una pietra nei confronti dello Stato.