Sulle Pensioni future emergono indiscrezioni, anticipazioni positive in qualche caso e conferme di segno opposto dall'altro. Chiariamo subito che tutto dipenderà dalla sentenza attesa da parte della Corte Costituzionale sul referendum proposto dalla Lega circa l'abolizione della Legge Fornero. Se venisse effettivamente abolita si andrebbe a verificare un aggravio sui conti pubblici che rimetterebbe tutto in discussione. Da un lato sarebbe positiva per tutti quegli esodati rimasti fuori dalle tutele e per tutti quelli che rischiano di ritrovarsi nella medesima situazione.

Dal lato opposto le ipotesi di pensioni anticipate delle quali si parla da giorni potrebbero registrare uno stop inatteso.

Anticipazioni

In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sul referendum per abolire la Legge Fornero in Senato fervono i lavori sulla legge di stabilità. Anche qui va fatta una precisazione importante: a marzo la Commissione europea tornerà ad esaminare i bilanci dello stato giudicando se quanto fatto fino a quel momento sia sufficiente o se necessiti una manovra correttiva, esclusa con forza da Padoan in questi giorni. Tra le indiscrezioni filtra quella che vorrebbe rispolverare la proposta di Poletti per le mini pensioni. Chi si trovasse a due o tre anni dal pensionamento, potrà beneficiare di un anticipo da restituire poi in piccole rate.

Se un principio del genere fosse avallato dal governo non sarebbe sorprendente a quel punto prorogare anche il regime Opzione Donna per tutto il 2015. Come noto, l'Inps ha in parte rivisto la sua posizione, grazie al ricorso presentato dal Comitato Opzione Donna, rimuovendo la pregiudiziale inerente due circolari che di fatto tenevano tutto bloccato fino al 2014.

Si può fare la domanda ma bisognerà vedere cosa ne pensa il Ministero del Economia e Finanze che nella pratica ha la responsabilità di fare le pulci ai conti dello Stato. L'auspicio è quello che si possa sbloccare in senso positivo sia l'una che l'altra proposta.

Rivalutazione degli assegni

Uno degli effetti più piacevoli insiti nella Legge di Stabilità in discussione al Senato è quello che riguarda i percettori di assegni appartenenti alla fascia più alta che si vedranno rivalutare dal prossimo anno l'intero importo di quiescenza dello 0,135% netto. L'effetto va via via scemando al calare delle prestazioni fino ad annullarsi, ma in ogni caso non porterà aggravi come qualche Cassandra nei giorni scorsi aveva annunciato.