Si è chiuso finalmente il cerchio della legge di stabilità alla Camera dei Deputati e dei relativi emendamenti alle delicate questioni previdenziali che erano in corso nelle ultime ore. Il punto del contendere è stato rappresentato dalle numerose situazioni dei lavoratori disagiati, tra i quali si è dovuti arrivare ad una vera e propria cernita delle situazioni caratterizzate da maggiore emergenza, per poter distribuire le limitate risorse. Fatto sta che l'assemblea di Montecitorio a ha dato il via libera ai provvedimenti contenuti nella legge di stabilità 2015, con 309 voti favorevoli e 108 contrari (si sono contati solo 3 non votanti).

Tra le misure maggiormente incisive nel campo della previdenza vi sono il tetto al cumulo contributivo e retributivo dei pensionati d'oro e l'abolizione delle penalizzazioni per i lavoratori precoci. Ricordiamo che quest'ultimi potranno così accedere al pensionamento senza vincoli anagrafici, mentre secondo la Riforma Fornero del 2011 avrebbero dovuto raggiungere i 62 anni o ricevere una penalizzazione sull'importo previdenziale erogato.

Parla il Ministro dell'Economia Padoan: difficile trovare un via di mediazione tra le diverse esigenze 

Stante la situazione, il Ministro dell'Economia Padoan ha espresso alcune dichiarazioni proprio al riguardo della situazione che si è venuta a creare con la discussione della legge di stabilità alla Camera: "è possibile conciliare la stabilità dei conti con le politiche di sostengo [...] grazie al contributo costruttivo di tutti".

Ora l'attenzione si concentra tutta al Senato, dove potrebbero essere introdotte delle nuove modifiche all'attuale assetto della previdenza. Negli intenti del Governo Renzi vi sarebbe la rimodulazione dell'imposta sulla previdenza privata, giudicata da molti come eccessiva rispetto alle esigenze di assicurarsi un futuro sostenibile in vecchiaia, anche perché le proiezioni delle future Pensioni prestate dall'Inps non sono benevoli.

I lavoratori disagiati, come gli esodati rimasti fuori dalla recente salvaguardia, i Quota 96 o chi ha coloro che hanno svolto lavori usuranti, chiedono poi di utilizzare il tesoretto ricavabile dalle pensioni d'oro per effettuare delle nuove salvaguardie; ma per ora un simile provvedimento sembrerebbe immaturo a causa dell'incertezza sui conti.

Inps riapre i termini dell'opzione donna a 57 anni? Si attende circolare

Le novità in tema di riforma delle pensioni non si esauriscono solo nel Parlamento. L'Inps avrebbe infatti deciso di riaprire i termini dell'opzione donna, una misura che permetterebbe il pensionamento delle dipendenti di sesso femminile a 57 anni, purché abbiamo accumulato almeno 35 anni di versamento, mentre le lavoratrici autonome devono raggiungere la soglia anagrafica dei 58 anni. Di contro, coloro che accetteranno questa opzione saranno obbligati a rinunciare ad una parte anche consistente della propria mensilità (fino a un quinto, a seconda della situazione personale). E voi, cosa pensate al riguardo delle ultime novità appena riportate?

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