La Sentenza della Corte Europea che lo scorso 26 novembre ha sancito l'illiceità della reiterazione dei contratti a termine nella Scuola produce quotidianamente interpretazioni opposte. Da un lato il Miur, attraverso il suo rappresentante Max Bruschi, si ostina a giustificare i ricorsi ai contratti a scadenza in quanto esiste, a suo modo di vedere, la possibilità di accedere al ruolo solo attraverso l'art. 97 della Costituzione che disciplina l'accesso col concorso e l'Europa non può dire all'Italia cosa è lecito o meno. La sentenza della Corte Europea è inequivocabile, secondo il parere dell' avvocato Bonetti del gruppo Adida, contestando l'assunto sul concorso di Bruschi.

Per oltre 10 anni non ce ne sono stati e dunque qui è il vizio procedurale che condannerà lo Stato Italiano a congrui risarcimenti (6 milioni di euro, secondo l'Anief). Ma un risarcimento possibile ed economico esiste: l'assunzione a tempo indeterminato perché è nelle more della direttiva comunitaria numero 70 del 1999 che si trova il contratto a tempo indeterminato come unica forma di lavoro ufficialmente riconosciuta in Europa, pertanto l'Italia non può fare di testa sua.

Ruolo o risarcimento ?

È stato accertato dalla sentenza che chi ha lavorato a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi nella scuola pubblica si trova nella condizione di poter richiedere una misura sanzionatoria che colpisca l'amministrazione e dia un congruo ristoro dei danni subiti per la mancata stabilizzazione.

Sotto questo punto di vista si può inquadrare, a giudizio di Bonetti, la decisione del tribunale di Torino che non ha concesso il ruolo alla precaria ricorrente ma solo il risarcimento. Peraltro, precisando che la strada giudiziale potrà continuare fino anche a Strasburgo per ottenere piena soddisfazione e dunque l'immissione in ruolo, anche l'art.

97 al comma 1 prevede eccezioni riguardanti la percentuale di contrattisti assunti in deroga al concorso. Ma fintanto che non si pronuncerà la Corte Costituzionale, saremo nelle mani dei giudici nazionali.

Riapertura delle Gae

Prosegue l'avv. Bonetti: "Di certo è che il fronte della battaglia per una maggiore tutela dei lavoratori precari della scuola si è nuovamente riaperto consentendo l'apertura di nuovi scenari".

Il riferimento è all'insufficienza del provvedimento della Buona Scuola, dove l'ingresso è riservato a chi si trova nelle Gae. Le recenti pronunce della Consiglio di Stato sui titoli abilitanti spalancheranno le porte di quelle graduatorie chiuse nel 2007. Il braccio di ferro tra Strasburgo e il Miur è soltanto agli inizi.