Fallito il tentativo di scardinare ed affossare la tanto vituperata legge Fornero del dicembre 2011 sulle pensioni attraverso un referendum, adesso bisogna metter mano al sistema previdenziale in maniera organica e più consona ai tempi ed alle aspettative di chi è più prossimo al pensionamento, recuperando anche posti di lavoro per chi il lavoro non ce l'ha. Questo il "Poletti pensiero" di queste ore. L'uscita agevolata dal mondo del lavoro di chi è più vicino al pensionamento, difatti, avrebbe come duplice obiettivo: sia la soluzione di vicende umane e lavorative che si trascinano ormai da troppo tempo sia un contributo sensibile ed un colpo non marginale alla disoccupazione giovanile, i cui dati sono sempre più allarmanti.

La strategia del governo, dopo la bocciatura del referendum, è chiara: prima bisogna completare e poi approvare la riforma del mercato del lavoro, condizione questa indispensabile per poi poter rivedere anche la questione previdenziale. Ma quali sono allora le proposte, in tema pensionistico, che il governo intende valutare e portare avanti? Quali le medicine per sanare un sistema non più in grado di soddisfare e far fronte a vecchie e nuove emergenze? Ne facciamo un sunto:

  • facilitare l'uscita dal mondo del lavoro con maggiore flessibilità;

  • calcolare l'assegno pensionistico con il contributivo, in cambio di un anticipo dell'età pensionabile (ipotesi di Yoram Gutgeld);

  • andare in pensione con 62 anni e 35 di contributi con una penalità massima dell'8% (ipotesi di Cesare Damiano);

  • andare in pensione con la quota 100, età anagrafica più quella contributiva (proposta sempre da Cesare Damiano);

  • risolvere l'annosa questione dell'Opzione donna;

  • risolvere l'incredibile vicenda "quota 96" scuola;

  • consentire ai ferrovieri di andare in pensione prima dei 67 anni;

  • eliminare il fenomeno degli "esodati", che si ritrovano senza la possibilità di ricevere l'assegno mensile guadagnato con anni di contributi versati regolarmente, a causa dell'innalzamento dell'età pensionabile previsto dalla legge Fornero.

Di"carne al fuoco" ce n'è fin troppa, si spera che non vi sia anche troppo fumo.