Continua a tenere banco il dibattito connesso a pensione anticipata 2015 e prepensionamento: gli interventi sempre più insistenti di Cesare Damiano da una parte e le prime avvisaglie della manovra Boeri dall'altra fanno da contorno alle dichiarazioni rilasciate dal ministro del lavoro Giuliano Poletti, che parlando della riforma della previdenza ha sottolineato che 'quando sarà il momento si discuterà di tutto'. Chiaro il riferimento al Jobs Act e ai relativi decreti attuativi, ultimati i quali il governo Renzi passerà ad esaminare il fronte della previdenza.

In merito alla riforma di pensione anticipata 2015 e prepensionamento Poletti e Boeri hanno tracciato le linee guida, ma sono targate Cesare Damiano le ipotesi di intervento più rigorose. L'ex ministro punta da tempo sulla Quota 100 da una parte e su un'uscita fissata a 62 anni di età dall'altra, ma data l'assenza di una precisa volontà di intervento queste ipotesi in passato non sono mai state vagliate. Discorso valido fino ad oggi, fino a quando cioè la situazione è divenuta talmente insostenibile da aver suggerito manovre immediate e profonde. A sottolinearlo è stato lo stesso Poletti, che ha parlato di una riforma da dover attuare 'per impedire il sorgere di un problema sociale'.

Pensione anticipata 2015 e prepensionamento, Quota 100 e uscita a 62 anni: si fa sul serio - Poletti, Boeri e Damiano remano nella stessa direzione

Parlando di pensione anticipata 2015 e prepensionamento non possiamo non evidenziare l'asset all'apparenza armonico che vede protagonisti Boeri, Poletti e Damiano, rispettivamente neo presidente INPS, ministro del lavoro e presidente della Commissione Lavoro di Palazzo Chigi. Tutti e tre si sono detti fermamente convinti della necessità di dover intervenire su pensione anticipata 2015 e prepensionamento puntando sull'implementazione di una maggiore flessibilità in uscita, cosa quanto mai rara date le famose diversità di vedute che da sempre animano e caratterizzano i piani alti del potere. Se le linee di fondo sono state disegnate le uniche mosse che consentirebbero di ricalcare il percorso tracciato le ha 'partorite' Cesare Damiano: in primis Quota 100, con i lavoratori (tutti, senza distinguo) che potrebbero accedere al pensionamento una volta maturati 61 anni di età più 39 di contributi, 62 più 38, 64 più 36 e così via lungo una schema che prevedrebbe sempre e comunque la Quota 100 come requisito indispensabile al prepensionamento. L'altra ipotesi propone una pensione anticipata 2015 a 62 anni di età più un minimo di 35 anni di contributi, una misura questa che prevedrebbe invece l'applicazione di un certo ammontare di penalizzazioni proporzionate all'età raggiunta la quale si opta per l'abbandono dell'impiego.



Manovre come queste sarebbero certamente auspicabili in ottica pensione anticipata 2015 e prepensionamento, il problema semmai sta nelle risorse economiche necessarie a finanziarle. Boeri ha recentemente proposto una manovra da 4 miliardi di euro l'anno, denaro assolutamente non sufficiente a garantire le coperture economiche che servirebbero. Basti pensare che in passato l'INPS ha parlato di 40 miliardi di euro come quantitativo di base per poter mettere in pratica i disegni Damiano. Il governo Renzi dovrà dunque trovare altri capitoli di spesa e tagliarli, obiettivo certo non impossibile da centrare che presuppone però una volontà di intervento ferma e decisa. Seguiremo l'evolversi degli eventi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.