"C'è in gioco la vita di milioni di italiani" ha affermato il Ministro del lavoro, al riguardo della prossima riforma in tema di pensioni, specificando che "è un capitolo delicato, servono cautela e attenzione". Si tratta di alcune considerazioni tratte da un'intervista a Giuliano Poletti pubblicata recentemente dal giornale Avvenire. Il punto di partenza del ragionamento svolto dal Ministro resta ancora una volta la riforma Fornero avvenuta nell'ormai lontano 2011, con la quale si sono create molte situazioni di disagio, che in molti casi continuano a restare tutt'ora irrisolte.

Ricordiamo ad esempio il caso degli esodati, dei lavoratori precoci, di chi ha svolto lavori usuranti, dei quota 96 nella scuola e più in generale di tutti coloro che sono rimasti disoccupati in età avanzata, ma che non hanno ancora maturato i requisiti sufficienti per accedere alla pensione Inps. Come se non bastasse, tra le conseguenze provocate dall'irrigidimento dei requisiti di accesso alla pensione pubblica vi è anche il blocco del turn over, che ha di fatto tagliato fuori i giovani dal mercato del lavoro: "quanto costa in termini di competitività tenere al lavoro persone che già hanno dato tutto?" si chiede Poletti, spiegando che bisogna riconsiderare il ragionamento di base su questo schema.

Riforma della previdenza, quando? Poletti suggerisce le prime indicazioni sui tempi e i modi

Nel corso dell'intervista sono emerse anche alcune interessanti considerazioni sui tempi e modi di attuazione della prossima riforma previdenziale, anche se non sono ancora state indicate delle scadenze certe. Proprio a tal riguardo, si è indicato che il percorso dovrà comunque prevedere il tempo necessario per effettuare le corrette valutazioni in termini di impatto nel bilancio pubblico.

Un conteggio che con molta probabilità sarà portato avanti dai tecnici del Mef assieme a quelli dell'Inps. "Non ci sono date già stabilite" ha affermato Poletti, spiegando che ne discuterà assieme al Neo Presidente Tito Boeri, nominato alla guida dell'istituto di previdenza pubblico dallo stesso Governo Renzi, a cavallo tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015.

Riguardo invece alle modalità attuative, il pensiero va comunque alle persone in maggiore difficoltà: si penserà pertanto di dare la precedenza a chi vive ormai da anni situazioni di disagio, seppure una forma di flessibilità previdenziale in senso strutturale debba comunque essere studiata, in modo da permettere alle persone una scelta soggettiva sulla propria quiescenza.

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