Ha scelto di parlare in prima persona, senza interviste,scrivendo di suo pugno: Elsa Fornero,ex ministro del Lavoro che diede il nome alla riforma Pensioni del governoMonti, è intervenuta nel dibattito sulla pensione anticipata 2015 e sugli esodati. In un articolo pubblicato su Pensioni Oggi, la Fornero ètornata sostanzialmente a ribadire le posizioni che hanno sempre accompagnatole dichiarazioni successive alla manovra che, negli ultimi anni, è costatainfiniti sacrifici sociali ed economici all’Italia. Un post breve ma efficacein cui l’ex ministro traccia la sua analisi sulla situazione attuale.

Pensione anticipata2015: il problema è la disoccupazione e non la riforma pensioni

Non è la prima volta che Elsa Fornero si concentra su untema non di secondo piano: ciò che è mancato a molti lavoratori non è ildiritto ad andare in pensione ma il Welfare. “In queste situazioni – scrive –dovrebbe intervenire l’Aspi” che da maggio, tra l’altro, diventa Naspi e cambiadiversi presupposti. In mancanza, altrimenti, si dovrebbe pensare al reddito di cittadinanza, soluzionebattezzata sempre come “impossibile” dalla politica ma che oggi viene sposataanche dalla Fornero dopo l’apertura di Tito Boeri.

Riforma pensioni2015, gli esodati sono ‘troppi’?

Elsa Fornero non ci sta a passare come “quella degli esodati”,ed è legittimo che difenda le sue posizioni, sebbene la storia ormai abbiadecretato questa associazione.

Anche qui il canovaccio del discorso è sempre ilsolito: l’ex ministro rivendica di aver iniziato, ai tempi del governo Monti,le salvaguardie ed afferma che oggi c’è guerra sui numeri perché molti diquelli che vengono definiti “esodati” in realtà sono persone che hanno perso illavoro dopo la riforma pensioni eper le quali mancavano precedenti accordi di mobilità.

 La pensioneanticipata, che ha inasprito i requisiti per il pensionamento, non sarebbedunque la causa del problema. Dall’articolo si afferma che si tende a fare “commistionetra previdenza e assistenza”: stessa linea, tra l’altro, espressa qualchesettimana fa dall’esponente PD Pietro Ichino.

Probabilmente i tanti lavoratori la cui vita è statadevastata dalla riforma pensionistica di qualche anno fa non saranno d’accordo:indignarsi, tuttavia, serve a poco. Difficile, infatti, che in Italia qualcunochieda semplicemente “scusa”.