Fa discutere e continuerà a far parlare di sé la riforma della Scuola approvata dal Senato con 47 voti di scarto giovedì scorso. Viene descritta come una riforma della destra, fermo restando che bisogna specificare di quale destra si tratti perché i connotati sono neoliberisti e non necessariamente riconducibili alla destra in questione. Si tratta, leggendo un articolo a firma Angela Signorelli su il Fatto Quotidiano, di una riforma scolastica che porterà con sé conseguenze devastanti e nefaste per il nostro Paese. Ma quello che è più sconvolgente è il modo con il quale è stata fatta passare; un ricatto di Matteo Renzi sul DDL alle opposizioni, anzi un doppio ricatto perché ai docenti viene detto o fate i concorsi o ciao e ai parlamentari di adeguarsi pena la perdita della poltrona.
La coscienza democratica
L'istruzione dei cittadini, di tanti individui diversi per convinzioni sociali e politiche e di una popolazione in genere è il più importante tra gli strumenti autoriproduttivi posseduti da una società civile caratterizzato da una modalità assolutamente non cruenta. E' nelle aule che ci si abitua a sviluppare il senso critico e il ragionamento e questo prescinde dal fatto che una scuola possa essere buona o bella. Essa ha solo una funzione: istruire i cittadini di domani, portarli ad un grado di consapevolezza e rispetto dei principi democratici sui quali si basa la nostra Costituzione. Stravolgere questo modello significa discostarsi dalla strada percorsa fino adesso che perseguiva un modello di cittadinanza libera ed egualitaria.
I valori fondanti
Ricalcando quanto sancito dalla Costituzione circa la libertà di insegnamento viene affermato il valore enormemente aggregante della scuola capace di produrre uguaglianza dei cittadini. Soltanto liberando la scuola, il suo insegnamento e le sue scienze, come riportato nella Costituzione e richiamato spesso anche da Imposimato nei suoi interventi a difesa della categoria dei docenti, sarà possibile tramandare alle generazioni future quegli stessi insegnamenti che hanno condotto noi fin qui. Per questo motivo è possibile e doveroso salvare le assunzioni dei docenti precari attraverso gli strumenti costituzionali.